Israele-Iran: mercati sotto pressione
A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm*
Milano, 13 giugno 2025 – All’indomani dell’attacco di Israele contro l’Iran, diretto verso obiettivi strategici tra cui importanti siti nucleari, i mercati azionari si sono indeboliti, le quotazioni di materie prime come oro e petrolio sono salite e si è verificata una fuga iniziale verso i titoli di Stato. La reazione dei listini, per il momento, è stata abbastanza contenuta, con un calo dei future sull’S&P 500 di poco più dell’1% a metà mattinata, e riflette l’esperienza maturata durante le recenti crisi geopolitiche dagli investitori, che, dopo una prima reazione emotiva, hanno imparato a guardare oltre i potenziali rischi.
La vera incognita resta l’eventuale escalation delle ostilità, che potrebbero dare il via ad un conflitto più ampio, e le ripercussioni sui prezzi degli asset finanziari andranno monitorate da vicino nei prossimi giorni. Anzitutto, un aumento generale dell’incertezza potrebbe spingere gli investitori ad allontanarsi dagli asset più rischiosi per timore di uno scontro su scala globale; in secondo luogo, in un contesto già duramente segnato dalle tensioni commerciali, eventuali interruzioni nell’estrazione e nel commercio di petrolio potrebbero alimentare ulteriormente l’inflazione, frenando la domanda interna. Dal punto di vista dei portafogli, manteniamo un posizionamento prudente e ben diversificato, con una quota di esposizione alle materie prime nella maggior parte delle nostre linee, per offrire una protezione aggiuntiva dall’instabilità geopolitica.