Agenzia nr. 1272 – I lavori della V Commissione

 
ANNO XXII
Numero 1272
09/06/2025
Pubblicato in Bari

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I lavori della V Commissione

Giornata di audizioni in V Commissione, presieduta da Michele Mazzarano. All’ordine del giorno l’aggiornamento dell’audizione richiesta dalla consigliera del Movimento 5 stelle Grazia Di Bari in merito all’’autorizzazione concessa dalla Provincia Bat all’ampliamento della discarica in contrada Tufarelle; l’audizione richiesta dal consigliere Mennea in ordine alla “discarica Contrada San Procopio – Barletta”; l’audizione richiesta dal consigliere della Lega Fabio Romito circa la “regolarità della postazione autovelox installata dal Comune di Sammichele al km 31+960 in direzione Taranto” e l’audizione richiesta dai consiglieri Tonia Spina e Tommaso Scatigna in ordine alla “realizzazione dei lavori in corso di esecuzione sul tratto di Strada Statale Adriatica Bisceglie-Molfetta” 

Discarica in contrada Tufarelle

Si è aperta con l’intervento del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Trani, Renato Nitti, il terzo aggiornamento dell’audizione richiesta dalla consigliera del Movimento 5 stelle Grazia Di Bari in merito all’’autorizzazione concessa dalla Provincia Bat all’ampliamento della discarica in contrada Tufarelle. Assente, per la terza volta, il presidente della Provincia Bat, Bernardo Lodispoto, che ha nuovamente giustificato la mancata presenza per ragioni di opportunità legate all’esistenza di un’indagine in corso.

Il presidente Mazzarano ha sottolineato come l’attività della Commissione non possa essere d’intralcio a concomitanti procedimenti mentre sarebbe stato opportuno registrare la posizione della provincia nell’ambito di un approfondimento che attiene certamente alle competenze dei consiglieri e della Commisisone.

Sulle parti ostensibili dell’inchiesta è intervenuto il procuratore Nitti, riferendo innanzitutto dei dati riguardanti una delle quattro discariche insistenti nella zona, quella Cobema, ormai dismessa ma non ancora chiusa in quanto permangono situazioni di grave dispersione di percolato, causato dalla non impermeabilità del fondo, e manca il capping, la copertura dei rifiuti stoccati per assicurare l’assenza di dispersioni. La prima inchiesta, ha riferito Nitti, del 2021, ha riguardato la Cobema ma anche con il subentro di un’altra società le criticità sono rimaste inalterate e nei confronti di questa è in corso un altro procedimento penale, avviato nel 2021. In questo caso – ha spiegato – le ipotesi di reato concernono la incompleta caratterizzazione di suolo, sottosuolo e percolato, accertamento funzionale all’affidamento dei lavori. 

Nitti ha anche fatto riferimento al dato epidemiologico registrato da Arpa nel 2008 nel territorio di Canosa, che ha fatto emergere uno scostamento significativo dai dati medi per mortalità collegata prevalentemente a tumori al fegato. In merito ha richiamato il mutato contesto alla luce della decisione pilota della Corte europea dei diritti dell’uomo, a inizio 2025, nel caso Canavaccuiuolo e altri riguardante la Terra dei Fuochi in Campania, nella quale si è stabilito, all’unanimità, che vi era stata da parte dello Stato italiano una violazione dell’articolo 2 (diritto alla vita) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e una non diligente valutazione dei rischi per la salute. “I dati – ha concluso – lasciano supporre che in quell’area vi sia una complessità ambientale e sanitaria che potrebbe andare al di là del profilo penale”.

E’ poi intervenuta la dirigente Arpa Bat, Rosaria Petruzzelli. L’Arpa ha espresso parere favorevole all’ampliamento ma – ha chiarito Petruzzelli – i pareri espressi sono solo relativi al piano di monitoraggio e controllo degli impianti e delle emissioni. Arpa aveva espresso parere negativo nel 2022, motivandolo e suggerendo le modifiche necessarie per giungere all’assenso. Alla luce di tali modifiche il parere è diventato positivo. “Siamo in fase di verifica di ottemperanza”, ha aggiunto Petruzzelli. 
Per lo dipartimento Ambiente della Regione il direttore Paolo Garofoli ha ripetuto, come in altre occasioni, che la Regione non ha competenza nel procedimento autorizzativo, che era in capo alla Provincia. 

La seduta si conclusa con una richiesta di aggiornamento da parte della consigliera Di Bari per poter ascoltare il Dipartimento di prevenzione della Asl in merito ai dati epidemiologici e ai rischi per la salute nonché il presidente della Provincia.

 

Discarica San Procopio a Barletta

I lavori avrebbero dovuto proseguire con l’aggiornamento dell’audizione richiesta dal consigliere Mennea in ordine alla “discarica Contrada San Procopio – Barletta”. Audizione che non ha potuto avere luogo per l’assenza del presidente della Provincia Bat, che anche in questo caso ha fatto pervenire una nota nella quale giustifica la non partecipazione alla seduta perché è in corso un procedimento autorizzativo e, nell’ambito dello stesso, è stata rivolta un’interpellanza al ministero dell’Ambiente “su una questione di carattere generale che potrebbe avere ricadute significative sul procedimento”. 

Sia il presidente Mazzarano sia il consigliere Mennea hanno stigmatizzato tale assenza. Mennea ha poi evidenziato la necessità di informare la Commissione su tale interpellanza, tanto più se così determinante per l’esito del procedimento. Mennea ha chiesto di riconvocare il presidente perché “è necessario capire il contenuto di un atto endoprocedimentale che in quanto tale è un atto pubblico”.

 

Autovelox del Comune di Sammichele su statale 100 in direzione Taranto

Su richiesta del consigliere della lega Fabio Romito si è svolta l’audizione sulla postazione autovelox installata dal Comune di Sammichele al km 31+960 in direzione Taranto, con l’ascolto del sindaco di Sammichele di Bari, Lorenzo Netti, del comandante della Polizia Locale di Sammichele di Bari, Massimiliano Cici, e dell’assessore ai Trasporti e Mobilità sostenibile della Regione Puglia, Debora Ciliento.

La richiesta di Romito è stata in ordine alla elevazione di una gran quantità di multe per le rilevazioni tramite una postazione autovelox che ha portato nelle casse del Comune ogni anno incassi superiori al milione di euro, mentre i comuni limitrofi – ha fatto notare Romito – gli incassi oscillano tra i 100mila e i 200mila euro. 

Romito oltre a segnalare l’enormità del volume di sanzioni ha chiesto al sindaco e al comandante della polizia municipale se siano rispettate le condizioni necessarie ad una postazione di autovelox mobile, ossia il cartello di presegnalazione e la visibilità, e quali siano gli intendimenti per il futuro, dato che – ha argomentato – la postazione sembra diventata più un elemento di pericolo che un fattore di sicurezza stradale, perché gli automobilisti sono costretti a inchiodare. 

L’assessore Ciliento, che ha rappresentato la non competenza della regione sul tema, ha voluto però rimarcare come in tema di sicurezza stradale qualsiasi deterrente a violazioni del codice della strada sia un positivo fattore di mitigazione dei rischi. 

Il sindaco Netti ha rivendicato la correttezza del proprio operato: “La stella polare è il rispetto del codice della strada – ha detto – che poi il trasgressore possa fare ricorso al giudice di pace o al prefetto non incide sulla violazione. Il giudice o il prefetto può cancellare la sanzione ma non l’infrazione”.

Il comandante della Polizia municipale ha chiarito che, a fronte di ricorsi presentati dagli automobilisti, l’orientamento di giudizio non è univoco tant’è – ha riferito – che negli ultimi tempi se la prefettura, mutando la precedente linea, tende ad accoglierli i magistrati tendono a respingerli. 
 
Riguardo alle condizioni di visibilità e presegnalazioni Cici ha spiegato che i criteri oggettivi sono indicati nel decreto ministeriale del 2017 che stabilisce che la visibilità va assicurata con la presenza in prossimità delle postazioni autovelox mobili di un segnale con il simbolo del controllo, dalla presenza di personale in divisa, dell’autoveicolo o della luce lameggiante blu. Tutte condizioni assicurate dal Comune per la postazione mobile. 

 

Lavori sul tratto di Strada Statale Adriatica Bisceglie-Molfetta

L’audizione richiesta da Spina e Scatigna è stata finalizzata a conoscere i tempi di ultimazione dei lavori, partiti a gennaio 2025, che interessano il tratto di strada della vecchia statale adriatica tra Bisceglie e Molfetta. “Quel tratto – ha spiegato Spina –  è stato chiuso al traffico per consentire interventi finalizzati alla mitigazione del rischio idrogeologico. Il protrarsi dei lavori, pur indispensabili, sta causando notevoli problemi alla circolazione ed ai cittadini che devono raggiungere il proprio posto di lavoro o le proprie abitazioni”. 

I lavori, in capo al commissario di governo per il rischio idrogeologico, hanno effettivamente subito un ritardo, ha confermato il rup Daniela Di Carne. Le ragioni sono ascrivibili a due ordini di motivi. Innanzitutto alcune interferenze rilevanti (Aqp e Open fibra, tra le altre) non segnalate che hanno richiesto interlocuzioni con i gestori, e poi l’interruzione unilaterale dei lavori da parte dell’appaltatore il 15 maggio. Dall’insediamento del nuovo commissario Gennaro Ranieri sono in corso una serie di attività per risolvere dal punto di vista amministrativo e giuridico le controversie con l’appaltatore, in ordine essenzialmente a pagamenti e adeguamento prezzi. In caso di esito positivo, ha concluso, i lavori potrebbero terminarne nel giro di un mese. 

Spina ha annunciato che chiederà un aggiornamento con l’audizione del commissario straordinario per il rischio idrogeologico.