NON SONO RIMASTI SOLO SULLA “CARTA”
Domani venerdì 30 maggio a Ingegneria i ponti, grattacieli, edifici e
opere infrastrutturali dell’Archivio Romaro
L’Archivio Romaro, donato all’Università di Padova nel 2024, è un importante tassello di circa cent’anni di storia delle strutture metalliche (dal 1921 al 2014) e permette di ricostruire dal punto di vista più specificatamente tecnico il percorso della costruzione in acciaio in Italia, e in parte anche in Europa, attraverso foto, disegni, relazioni di calcolo relativi all’attività di progetto e direzione lavori degli ingegneri padovani Giorgio Romaro, figlio di Aldo e già docente della Facoltà di Ingegneria dell’Ateneo, e in parte minore di Aldo Romaro, che furono a pieno titolo tra i protagonisti di questa storia.
Venerdì 30 maggio alle ore 15.00 in Aula Magna di Ingegneria, via Loredan 20 a Padova, si terrà l'incontro dal titolo “100 anni di strutture metalliche – progetti e montaggi. La donazione dell’Archivio Romaro all’Università di Padova” con l'obiettivo di promuovere la conoscenza e la valorizzazione dell'Archivio Romaro quale strumento fondamentale per la ricerca storica ed evolutiva delle strutture metalliche e delle modalità di montaggio e di incentivare l'interdisciplinarità per approfondire la storia delle opere di ingegneria del Novecento.
Accomuna Giorgio e Aldo una cura particolare per il progetto di montaggio, raggiungendo spesso risultati spettacolari grazie a sistemi innovativi o mutuati da altri settori. Ricordiamo il montaggio dell’obelisco della Farnesina, il montaggio dal basso con martinetti del serbatoio per la Petrolpegli, il montaggio con sollevamento per campate intere delle travate reticolari delle gru nei cantieri Ansaldo, il montaggio del ponte dello Chavanon, il montaggio dello stadio di Oaka ad Atene su progetto di Santiago Calatrava, la ristrutturazione della copertura della cappella degli Scrovegni con gli affreschi di Giotto a Padova, dai montaggi speciali di ponti e gru da porto, dalla copertura del palasport di Milano (1971-1972) fino a quello del completamento e montaggio del ponte della Costituzione a Venezia (2006-2007), rimasto incompleto e quasi in stato di abbandono in banchina a Marghera, poiché nessuno si assumeva la responsabilità di montarlo.
Aldo Romaro lavora prevalentemente all’interno della realtà industriale italiana, prima come dirigente di alcune carpenterie (officine Battaglia e Ansaldo), e poi, a partire dai primi anni ‘30 con una propria attività industriale, assieme al fratello Enzo (1895-1965), anch’egli ingegnere, che aveva in precedenza un’impresa edile e che si occuperà della parte amministrativa e finanziaria della nuova società. L’attività industriale dei due fratelli Romaro sarà per oltre trent’anni una realtà importante nel territorio padovano, con l’apertura di diversi stabilimenti: una carpenteria metallica e la Romaro montaggi alla Mandriola a Padova, la ditta di produzione bombole di gas in via Vicenza sempre a Padova, una fonderia (la ILMAR) a Piove di Sacco e lo stabilimento per la produzione di carri ferroviari a Castelfranco Veneto.
Giorgio, dopo un iniziale apprendistato nella ditta di famiglia, si dedica principalmente alla progettazione, prima come libero professionista e poi alla guida dello Studio Tecnico ing. Giorgio Romaro s.r.l., diventando punto di riferimento per la costruzione metallica in Italia. A questa attività, che rimane comunque quella principale, affianca per quarant’anni anche quella di docente universitario con un corso di Apparecchi e Impianti di Sollevamento e Trasporto presso la Facoltà di Ingegneria all’Università di Padova, dove porta la sua esperienza professionale distinguendosi per la concretezza dell’insegnamento universitario.
Una caratteristica comune ad entrambi è l’ampio ventaglio di temi affrontati nell’ambito delle strutture metalliche: dalle grandi opere a quelle minori, dai ponti stradali e ferroviari agli attraversamenti per oleodotti e alle passerelle pedonali, dalle paratoie alle ciminiere, dagli edifici alti alle grandi coperture tradizionali o in tensostruttura, dai macchinari e attrezzature di montaggio alle strutture off-shore, dai capannoni ai restauri e ristrutturazioni. Si tratta spesso di opere che hanno avuto grande risonanza anche su giornali non specialistici. Ma anche tra quelle sconosciute al grande pubblico ve ne sono alcune che si impongono per la loro carica innovativa, rivelandosi assai interessanti per gli addetti. Per entrambi la progettazione non coincideva con la redazione del progetto di massima, ma era strettamente legata alla realizzazione dell’opera. I loro progetti erano studiati fino al dettaglio per essere costruiti. Da qui deriva l’attenzione, da un lato, all’evoluzione delle tecniche costruttive e delle innovazioni tecnologiche, e, dall’altro, al montaggio e alle relative attrezzature che diventano oggetto di indagine progettuale. E forse proprio nello sviluppo creativo e innovativo del progetto di montaggio e delle attrezzature troviamo l’elemento costante del lavoro sia di Aldo che di Giorgio Romaro. La famiglia, inoltre, ha costituito un’associazione proprio finalizzata allo studio e alla divulgazione dei temi legati alla storia di queste opere.