(netmediacom) La violenza di genere resta una realtà diffusa e ancora troppo spesso sommersa. I dati ISTAT parlano chiaro: una quota significativa di donne non riesce a parlare con nessuno della violenza subita —il 28,1% nel caso di violenze da partner e il 25,5% da non partner— e solo una minoranza denuncia gli episodi (12,2% per violenze da partner, 6% da non partner). Ancora più esiguo il numero di chi si rivolge a centri antiviolenza o a servizi specializzati: appena il 3,7% in caso di violenza nella coppia e l’1% nei casi di violenza esterna alla relazione.
Eppure, proprio queste azioni —il parlare, il denunciare, il cercare aiuto— sono essenziali per uscire da un ciclo che spesso si perpetua nel silenzio e nell’isolamento. La violenza di genere, in tutte le sue forme – fisica, psicologica e sessuale – rappresenta un’emergenza sociale quotidiana, che colpisce soprattutto le donne, ma anche persone che sfidano ruoli e identità tradizionali.
È in questo contesto che l’ICJLDS, attraverso la campagna #RispettoParita2025 (campagna di sensibilizzazione «2025, anno del rispetto e della parità), ha scelto di concentrare il suo impegno nella lotta alla violenza di genere, mediante attività di studio, campagne di comunicazione mirate ed eventi pubblici, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere il rispetto e contribuire a un cambiamento culturale profondo.
Particolare attenzione va riservata alla condizione delle donne con disabilità, che vivono una condizione di rischio ancora maggiore. A livello globale, l’OMS stima che circa il 50% delle donne con disabilità subisce violenze nel corso della vita, mentre dati UNICEF segnalano che per ragazze e donne con disabilità intellettive il rischio di abusi sessuali è fino a dieci volte superiore rispetto alle loro coetanee senza disabilità.
«Il periodo storico che stiamo vivendo ci chiama all’azione, all’incontro e alla consapevolezza di un fenomeno che da troppi anni, drammaticamente, impatta sulla vita sociale» sottolinea Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, presidente dell’ICJLDS.
Prevenire la violenza significa affrontarne le radici culturali e sociali. È quindi fondamentale agire attraverso strategie mirate all’educazione, alla sensibilizzazione e al riconoscimento del fenomeno in ogni ambito della vita, sia pubblico che privato.
Dal 2006, anno della prima rilevazione ISTAT sulla violenza contro le donne, è emerso un dato cruciale: nella maggior parte dei casi, gli autori delle violenze sono partner o ex partner, uomini con cui le vittime hanno avuto relazioni affettive. Un dato che sottolinea l’urgenza di proseguire nel lavoro di sensibilizzazione e prevenzione.
Secondo l’Osservatorio Indifesa di Terre des Hommes, in Italia il 15% della popolazione non ritiene che vi sia un rischio diffuso di violenza. Una percezione distorta, che varia significativamente tra uomini (29%) e donne (10%).
«Fortunatamente, gran parte dei giovani —e in particolare le ragazze— è consapevole della gravità del fenomeno. La violenza di genere è un’urgenza su cui intervenire e per la quale è necessario essere protagonisti attivi del cambiamento» conclude il presidente dell’ICJLDS.
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