moglie tradita: «Il perdono trae forza dalla grazia e dall’amore
di Dio»
«L’amore nel matrimonio va sempre migliorato, guardando a Gesù, a Maria, all’inno della carità di San Paolo. Se c’è
l’amore, l’amore è capace di pazientare, ricucire, riparare» scrive il Santo Padre
VATICANO, 12 MAR – «Non è facile perdonare, soprattutto quando si è traditi nell’amore, nelle parole, nella fiducia.
L’amore nel matrimonio va sempre migliorato, guardando a Gesù, a Maria, all’inno della carità di San Paolo. Se c’è
l’amore, l’amore è capace di pazientare, ricucire, riparare». Lo scrive Papa Francesco dalle pagine di “Piazza San
Pietro”, il mensile diretto che esplora temi di fede, spiritualità e vita quotidiana, rispondendo – come ogni
mese – a una delle lettere a lui indirizzate. È quella di una donna tradita dal marito e che s’interroga se
perdonare, chiedendo un segno per comprendere che perdonare l’imperdonabile sia davvero la cosa
giusta.
Precedentemente al suo ricovero, il Santo Padre ha dato attenzione al caso di Catia che rappresenta la
condizione di tante coppie e famiglie di oggi.
«Ogni storia, tuttavia, è sempre speciale, diversa, unica. Il perdono è un atto libero, personale, che trae forza dallo spirito,
dalla grazia e dall’amore di Dio» scrive il Pontefice che spinge al perdono, suggerendo un percorso ben
definito: «In questa ricerca dell’amore vero con pazienza, amabilità, benevolenza, reciprocità, Catia, lei può chiedere a suo
marito di fare insieme un cammino di accompagnamento, ad esempio alcuni incontri con una coppia cristiana impegnata a
sostenere le coppie ferite, condividendo le esperienze di vita, le difficoltà, il perdono, la riconciliazione».
«La riconciliazione e il perdono sono comportamenti, esempi che possono qualificare la vita delle nazioni e delle persone. Per
il cristiano sono la via maestra. Non è semplice, questo non ce lo siamo mai nascosto, ma rendono la vita profumata di
Dio». Così il direttore editoriale di Piazza San Pietro, padre Enzo Fortunato.
Dalle pagine di Piazza San Pietro del numero di marzo, l’ampio reportage del summit internazionale sui
diritti dei bambini dal titolo “Amiamoli e Proteggiamoli” svoltosi in Vaticano lo scorso 3 febbraio alla
presenza di Papa Francesco con oltre cinquanta leader mondiali. Poi i dodici anni di pontificato del
Santo Padre con le immagini dei momenti più significativi e le scelte che hanno rivoluzionato la Chiesa.
«Un pontificato che sta scrivendo la storia» è il titolo del contributo della giornalista americana Norah
O’Donnel, volto del network CBS News, tra le poche croniste ad aver intervistato il Santo Padre. E poi
«L’Abramo del XXI secolo» a firma del vaticanista Piero Schiavazzi.
Curato nei contenuti e nella grafica, Piazza San Pietro ospita “Voci di donne”, per una Chiesa verso la
parità, con le riflessioni di Liliana Segre in «Il dovere di non restare indifferenti». Non mancano gli approfondimenti artistico-culturali sulla Basilica di San Pietro e le esperienze dei pellegrini in questo anno giubilare.
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Risponde Francesco
Mio marito mi tradisce, è giusto continuare a perdonarlo?
Caro Santo Padre,
ho la rivista Piazza San Pietro tra le mani e gli occhi colmi di lacrime. Ho scoperto che mio marito mi ha tradita per più
di un anno con una donna più giovane. Il motivo? Avergli chiesto un figlio a cui dice, oggi, di non essere pronto. Nonostante
l'immenso dolore, ho messo il nostro matrimonio al primo posto e cercato di ricostruire la fiducia e la speranza chiedendo
allo Spirito Santo che mi desse la forza di perdonare. Lo vedevo sinceramente pentito e si è avvicinato alla fede, iniziando a
pregare con me tutti i giorni e accompagnandomi a messa ogni domenica. Però ha continuato a mentirmi durante tutti questi
mesi, sentendo l'altra e concordando con lei le bugie da dirmi per nascondere le cose più gravi; mi sento ferita, ingannata,
umiliata e smarrita.
Come posso trovare la forza per perdonare tutto questo? Come posso tornare a credere alle sue parole? Come posso allontanare
dal mio cuore il ricordo di tutto quello che ha fatto con un'altra anche nella nostra stessa casa?
Mi sento smarrita e abbandonata anche se, in cuor mio, sento di amarlo ancora moltissimo. Vorrei solo un segno, un
qualcosa che mi facesse capire che perdonare l'imperdonabile è la cosa giusta, che non ho perso la mia dignità e che Dio è
accanto a me e mi sostiene.
Grazie Papa Francesco, di cuore
Catia
RISPOSTA DEL SANTO PADRE: «Se c’è l’amore, l’amore cura e ricuce»
Cara Catia, non è facile perdonare, soprattutto quando si è traditi nell’amore, nelle parole, nella fiducia. Gesù nel Vangelo
esorta a perdonare sempre, come si legge nel Vangelo di Matteo (Mt 18, 21-35). Dio ci perdona sempre e vuole che noi
facciamo lo stesso. L’amore, come ho scritto nel quarto capitolo di “Amoris laetitia” (l’Esortazione Apostolica del 2016
dopo il Sinodo sulla famiglia), va oltre la giustizia, e straripa gratuitamente, perché gratuitamente abbiamo ricevuto, e
gratuitamente diamo (cfr. Mt 10,8).
Ogni storia, tuttavia, è sempre speciale, diversa, unica. Il perdono è un atto libero, personale, che trae forza dallo spirito,
dalla grazia e dall’amore di Dio. La sua domanda, Catia, in sostanza ci fa capire che la questione del perdono, che ripeto
è sempre un dono e un fatto personale e umano, è una questione anche distinta rispetto alla dinamica positiva di una storia
matrimoniale. Questi aspetti si possono intrecciare (l’uno fa bene all’altro, e viceversa), ma occorre anche fare attenzione al
cammino personale del perdono che guarisce le ferite e smaltisce ogni rancore e giudizio sulla vita dell’altro, rispetto alla
verifica matrimoniale sullo stare insieme nella carità e nella verità, e che ha una sua autonomia che prescinde dalla capacità
di perdonare. “In alcuni casi – si legge nel cap.6 di “Amoris laetitia” (p.241) – la considerazione della propria dignità e
del bene dei figli impone di porre un limite fermo alle pretese eccessive dell’altro, a una grande ingiustizia, alla violenza, o a
una mancanza di rispetto diventata cronica. Bisogna riconoscere che ci sono casi in cui la separazione è inevitabile. A volte
può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle
ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e
dall’indifferenza”.
Lei chiede un segno per comprendere che perdonare l’imperdonabile è la cosa giusta. Sì, è la cosa giusta ma non l’unica da
fare. Catia, si rilegga anche il quarto capitolo di “Amoris laetitia”. L’amore nel matrimonio va sempre migliorato,
guardando a Gesù, a Maria, all’inno della carità di San Paolo. Se c’è l’amore, l’amore è capace di pazientare, ricucire,
riparare.
In questa ricerca dell’amore vero con pazienza, amabilità, benevolenza, reciprocità, Catia, lei può chiedere a suo marito di
fare insieme un cammino di accompagnamento, ad esempio alcuni incontri con una coppia cristiana impegnata a sostenere le
coppie ferite, condividendo le esperienze di vita, le difficoltà, il perdono, la riconciliazione. Ci sono presso le parrocchie coppie
che svolgono questo servizio, talora con una competenza specifica (counseling o supporto psicologico). A volte queste coppie
hanno superato esse stesse gravi situazioni ed ora vivono serenamente. Ed è importante ascoltarle.
Questo può essere il segno che lei chiede. Certo, può essere un itinerario a ostacoli, ma insieme si può vivere una autentica
conversione matrimoniale. Con la preghiera e il perdono, che costruiscono e rafforzano la conversione di ciascuno, il bene
cresce e può vincere qualunque male. Niente è impossibile a Dio. Speriamo che suo marito accetti questo nuovo cammino,
perché – se c’è l’amore in una coppia – l’amore può curare ogni ferita, e far risorgere il matrimonio.
Pregherò per lei, Catia, e per il suo matrimonio. Lei non si dimentichi di pregare per me.