da Pictet WM – Tassi più alti per più tempo, ma non per sempre

Buongiorno,

Inviamo di seguito il commento “Tassi più alti per più tempo, ma non per sempre“, a cura di César Pérez Ruiz, Head of Investments & CIO di Pictet Wealth Management con una view settimanale sulle principali tematiche globali e sull’andamento dei mercati finanziari.

 

Restiamo a disposizione.

Un caro saluto,

Carla Parisi,

+39 3395796751

 

 

TASSI PIÙ ALTI PER PIÙ TEMPO, MA NON PER SEMPRE

La Federal reserve statunitense ha sorpreso i mercati la scorsa settimana con un deciso cambiamento di politica monetaria, segnalando di aver già iniziato a parlare di tagli dei tassi d’interesse; un messaggio che ha dato una spinta verso l’alto ad obbligazioni e azioni. Dichiarazioni in contrasto con quanto dichiarato dal Presidente della Fed Jay Powell due settimane prima, ovvero che era troppo presto per pensare a quando la politica monetaria avrebbe potuto essere allentata. L’indicazione mediana del dot plot della Fed ora prevede tre tagli da un quarto di punto percentuale nel 2024, uno scenario che potrebbe aiutare il presidente Joe Biden in un anno elettorale. Gli esponenti della Fed hanno anche rivisto al ribasso le loro aspettative sull’inflazione per quest’anno e il successivo, e i mercati ora scontano il primo taglio a marzo. Il cambiamento di politica monetaria ha fatto scendere il tasso degli US Treasury a 10 anni sotto il 4%. Restiamo quindi long sulla duration statunitense e guardiamo con favore le obbligazioni investment grade statunitensi.  Sul fronte azionario, l’S&P 500 ha chiuso la settima settimana consecutiva con segno positivo, l’indice Russell 2000 – che contiene un maggior numero di small cap sensibili ai tassi d’interesse – ha messo a segno un rialzo del 5,6% raggiungendo il suo massimo da 52 settimane, e l’indice VIX della volatilità implicita è sceso. I mercati monetari hanno registrato i primi deflussi di capitali da ottobre, un cambiamento in linea con il nostro tema dello spostamento degli investimenti dalla liquidità verso il reddito fisso di qualità. Una compagnia di assicurazioni sanitarie americana si è inoltre ritirata da una fusione e ha annunciato programmi di incremento di riacquisti di azioni proprie, un avvenimento in linea con la nostra preferenza per le imprese in grado di restituire denaro agli azionisti.

A sottolineare la nostra convinzione che gli incidenti sui mercati possono verificarsi, il nuovo governo argentino ha svalutato il pesos del 50% e si è imbarcato in misure di austerità per affrontare la crisi economica. In Europa, la banca centrale norvegese ha attuato un aumento dei tassi d’interesse a sorpresa, mentre per altri versi i responsabili della politica monetaria sono stati prudenti. La Banca centrale europea non ha discusso di tagli dei tassi nella sua riunione, come ha detto la sua presidente Christine Lagarde. Il nostro scenario base è che la BCE inizierà ad abbassare i tassi a giugno, con la possibilità che questo possa avvenire anche prima, ad aprile, ma molto dipenderà dalla Fed. Siamo long sulla duration europea e sulle obbligazioni investment grade europee

In Cina, gli indicatori economici puntano ad una crescita supportata dagli interventi di politica economica. Il Paese continua a combattere contro la deflazione in un contesto in cui la crisi immobiliare ha fatto crollare la domanda e i prezzi. Venerdì scorso la People’s Bank of China ha effettuato un’iniezione record di liquidità nel sistema bancario. Preferiamo investire nelle azioni dei mercati emergenti più in generale. Nella sua riunione di martedì, non prevediamo che la Bank of Japan cambierà la sua politica monetaria. Anche se la BoJ si muoverà probabilmente con cautela nei prossimi mesi, restiamo sottopesati sui titoli di Stato giapponesi mentre continuano ad aumentare le pressioni sulla banca centrale per rinviare più avanti nel 2024 l’uscita dal controllo della curva dei tassi e dalla politica dei tassi negativi.

 

ARTICOLI RECENTI
Video