Relazione della Corte dei conti europea sulle passività potenziali relative al meccanismo di risoluzione delle banche dell’UE

Comunicato stampa

Lussemburgo, 29 novembre 2023

Relazione della Corte dei conti europea sulle passività potenziali relative al meccanismo di risoluzione delle banche dell’UE

  • Per il 2022, il Comitato di risoluzione unico (SRB), la Commissione e il Consiglio non hanno riportato nei propri conti passività potenziali relative alla risoluzione delle banche in dissesto nella zona euro
  • L’SRB ha dichiarato passività potenziali totali relative al contributo delle banche al Fondo di risoluzione unico pari a 1 892 milioni di euro, in aumento rispetto agli 8 milioni del 2021

La Corte dei conti europea esamina ogni anno i rischi finanziari del Meccanismo di risoluzione unico dell’UE, utilizzato per gestire l’ordinata liquidazione delle banche in dissesto. In una relazione pubblicata oggi, la Corte afferma di non aver riscontrato elementi che indichino inesattezze rilevanti relative alle passività potenziali riportate nei conti per l’esercizio 2022 dell’SRB, della Commissione e del Consiglio derivanti dallo svolgimento dei rispettivi compiti di risoluzione bancaria.

L’SRB svolge un ruolo fondamentale nel sistema di risoluzione bancaria dell’UE. Sovrintende al fondo di risoluzione unico (SRF), un fondo d’emergenza che può essere usato in tempi di crisi per la risoluzione delle banche in dissesto nei 21 paesi dell’Unione bancaria. I contributi a tale fondo sono versati dalle banche dell’Unione bancaria durante un periodo iniziale di otto anni, che si conclude nel 2023, al fine di raggiungere il livello-obiettivo finale che nel 2022 l’SRB stimava a circa 80 miliardi di euro. Anche la Commissione ed il Consiglio dell’UE possono essere coinvolti nella decisione sulla liquidazione di una banca in dissesto. Nel riportare le passività potenziali nei rispettivi conti, questi organismi valutano se vi sia il rischio di dover sostenere in futuro esborsi al termine dei procedimenti giudiziari avviati per contestare le loro decisioni sulla risoluzione o non risoluzione, o sulla tutela dei creditori o sui contributi delle banche all’SRF (queste ultime si applicano unicamente all’SRB).

Nel giugno 2023, alla chiusura dei rispettivi conti per il 2022, dinanzi agli organi giurisdizionali dell’UE e ai giudici nazionali erano in corso vari procedimenti giudiziari contro decisioni di risoluzione o non risoluzione, nonché su una decisione dell’SRB sulla concessione di un indennizzo agli azionisti e creditori in determinati casi. L’SRB, la Commissione ed il Consiglio non hanno segnalato passività potenziali per il 2022 a tale riguardo, in quanto hanno ritenuto solo remota la probabilità che le cause avessero un esito per loro sfavorevole o che l’SRB non fosse in grado di quantificare il possibile effetto finanziario delle cause avviate a livello nazionale.

Allo stesso tempo, erano in corso alcuni procedimenti giudiziari contro l’SRB dinanzi ai giudici dell’UE e nazionali riguardanti i contributi ex ante delle banche all’SRB. Soprattutto per effetto delle nuove cause sottoposte ai giudici dell’UE nel 2022, le passività potenziali dell’SRB hanno raggiunto in tale anno 1 891,6 milioni di euro, in crescita rispetto agli 8,1 milioni del 2021. La maggior parte di tali cause è stata avviata da banche che contestano il livello-obiettivo annuale che doveva essere versato al Fondo nel 2022 per raggiungere il livello-obiettivo finale stimato dall’SRF. In particolare, esse contestano la decisione dell’SRB di richiedere per il 2022 un importo di circa 14 miliardi di euro.

Le valutazioni relative all’esito di procedimenti giudiziari sono complesse. Tuttavia, gli auditor della Corte non hanno rilevato elementi che inducano la Corte a ritenere che le passività potenziali derivanti dallo svolgimento, da parte dell’SRB, della Commissione e del Consiglio, dei propri compiti di risoluzione sono inficiate da inesattezze rilevanti. Nonostante ciò, l’SRB dovrebbe rafforzare i propri sistemi di controllo, al fine di documentare meglio le ragioni per cui ha giudicato remota la probabilità di potenziali esborsi in relazione alle cause ancora pendenti dinnanzi ai giudici dell’UE.

Informazioni sul contesto

Quasi 3 000 banche dell’Unione bancaria sono giuridicamente obbligate a versare all’SRF contributi ex ante in base alle loro dimensioni ed al rispettivo profilo di rischio. Quando il Fondo è stato istituito nel 2016, era previsto che avrebbe raggiunto la piena capitalizzazione alla fine del 2023 attraverso il versamento di contributi annuali. Nel giugno 2023, dinanzi ai giudici dell’UE erano aperte 86 cause contro decisioni relative ai contributi ex ante, rispetto alle 63 dell’anno precedente. Inoltre, per quanto riguarda il Banco Popular Español S.A. (BPE), alla fine del 2022 erano in corso a livello dell’UE oltre 100 cause contro l’SRF, mentre 334 procedimenti nazionali sono ancora pendenti riguardo a tale risoluzione. A metà del 2023, otto cause erano ancora pendenti dinanzi ai giudici dell’UE, oltre a cinque procedimenti nazionali, in relazione alla risoluzione dei soggetti Sberbank. Il 22 novembre 2023, il Tribunale dell’UE ha respinto le istanze giudiziali per sei cause relative al BPE, e ha confermato che nessun creditore sarebbe stato in una situazione migliore se si fosse fatto ricorso ad una procedura nazionale di insolvenza.

La relazione è disponibile sul sito Internet della Corte dei conti europea. Integra la recente relazione annuale della Corte sulle agenzie dell’UE, che include l’SRB.

Contatti per la stampa

Ufficio stampa della Corte dei conti europea: press@eca.europa.eu

 

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