VERTENZA ‘LA SICILIA’, FIGEC: “SI RITORNI AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE PER SALVARE POSTI DI LAVORO E RILANCIARE TESTATA”

VERTENZA ‘LA SICILIA’, FIGEC: “SI RITORNI AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE PER SALVARE POSTI DI LAVORO E RILANCIARE TESTATA”
“Sulla vertenza in atto al quotidiano ‘La Sicilia’, la Figec Cisal auspica un rapido ritorno delle parti al tavolo delle trattative per recuperare tutti gli spazi di confronto utili a riattivare la dialettica sindacale necessaria alla salvaguardia dei posti di lavoro e al rilancio di una testata che costituisce un punto di riferimento dell’informazione siciliana. Se è il caso anche sollecitando l’intervento del prefetto di Catania”. Lo afferma Giulio Francese, coordinatore regionale della Figec (Federazione Italiana Giornalismo, Editoria e Comunicazione), dopo che i giornalisti, appresa la volontà da parte dell’azienda di procedere ai licenziamenti collettivi, hanno preannunciato la presentazione di un’istanza di fallimento della società che edita “La Sicilia”.
“L’improvviso aggravarsi in modo radicale di un contenzioso che vede da svariati mesi redattori, collaboratori, amministrativi e poligrafici de ‘La Sicilia’ creditori di numerosi stipendi ed ancora in attesa di notizie certe sulla reale consistenza delle perdite periodiche in bilancio e del deficit complessivo di gestione – prosegue Francese – preoccupa e allarma per le sue ricadute sull’informazione siciliana, sugli spazi di democrazia a disposizione dei lettori e sulla sorte di tanti colleghi”.
“Su questa vertenza – sottolinea Francese – pesa anche la vicenda giudiziaria, dagli sviluppi tuttora imprevedibili, che investe direttamente l’editore Mario Ciancio Sanfilippo, oggetto di una richiesta di condanna a 12 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e della conseguente nuova richiesta di confisca dei beni che gli erano stati dissequestrati. Senza entrare nel merito delle questioni ancora aperte nelle aule di giustizia, una cosa è certa: l’interesse a salvare ‘La Sicilia’ non deve essere limitato solo a chi ci lavora, motivo per cui anche le istituzioni – dalla prefettura di Catania alla Regione Siciliana – e tutti gli organismi di categoria dovrebbero intervenire a tutela del giornale quale presidio di informazione che serve alla collettività e alla democrazia”.

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