da Pictet WM – Markets Weekly Outlook: Detroit in sciopero?

Buongiorno,

inviamo di seguito la flash note “Detroit in sciopero?” a cura di César Pérez Ruiz, Head of Investments & CIO di Pictet Wealth Management con una view settimanale sulle principali tematiche globali e sull’andamento dei mercati finanziari.

 

Restiamo a disposizione.
Federica Guerrini

+39 340 7500862

 

 

Detroit in sciopero?

 

Dopo un momento difficile per gli asset rischiosi nella scorsa settimana, nei prossimi giorni i mercati cercheranno una direzione dai dati sull’inflazione statunitense e dalla riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea. Da vedere anche se il sindacato United Auto Workers riuscirà a ottenere aumenti salariali significativi dalle «big three», i principali produttori di automobili statunitensi, entro giovedì sera, avendo minacciato uno sciopero in caso contrario. Riguardo ai dati sull’inflazione dei prezzi per i consumatori statunitensi ad agosto, le previsioni di consenso sono di un ulteriore calo dell’inflazione di fondo dal 4,7% al 4,3% anno su anno, ma di un aumento dell’inflazione complessiva al 3,6% per gli effetti base sfavorevoli riguardo all’energia. I rischi di aumento dell’inflazione potrebbero ritornare, poiché le aspettative sono basse e i prezzi dell’energia stanno salendo. Un rapporto del Wall Street Journal secondo cui è in atto un cambiamento della posizione sui tassi degli esponenti della Federal Reserve rafforza la nostra opinione che il ciclo di rialzo dei tassi della Fed sia terminato, ma aumenta anche i rischi di compiacimento se l’inflazione dovesse sorprendere al rialzo. La scorsa settimana si è chiusa con un ribasso della maggior parte degli indici azionari e obbligazionari. Se gli US Treasury dovessero registrare il terzo anno consecutivo di performance negativa nel 2023, sarebbe la prima volta nella storia degli Stati Uniti. Un fattore sempre più importante è stata la forza del dollaro USA, dato che l’economia americana rimane più resiliente di altre. Un esponente senior giapponese ha detto che le autorità non escludono alcuna opzione per contrastare le mosse «speculative» sullo yen, e il governatore della Bank of Japan Kazuo Ueda ha affermato che la BoJ entro fine anno potrebbe avere dati sufficienti per determinare se potrà porre fine ai tassi negativi. La scorsa settimana vi è stata una ingente emissione di debito da parte delle imprese high yield. Preferiamo l’investment grade al debito high yield. A livello micro, i mercati osserveranno l’uscita di un prodotto big tech nel corso della settimana.

 

Prevediamo che la BCE alzerà i tassi d’interesse un’ultima volta al 4%, ma la scelta è in bilico tra favorevoli e contrari. Dall’inizio di questo ciclo di restrizione monetaria, la BCE ha sostenuto che il rischio di fare troppo poco è stato maggiore del rischio di fare troppo. Questo dovrebbe rimanere un principio ispiratore andando verso la riunione di giovedì. Se la BCE non alzerà i tassi questa settimana, l’ipotesi di un’ulteriore restrizione probabilmente si indebolirà ulteriormente nei prossimi mesi.

 

In Cina, sia le esportazioni che le importazioni sono diminuite meno del previsto ad agosto. Sembra che la domanda interna si sia esaurita. Restiamo dell’avviso che il pessimismo sulla Cina sia in parte eccessivo, poiché le misure di politica economica aiuteranno a stabilizzare il settore immobiliare e l’economia. I prezzi del petrolio sono saliti di nuovo in settimana e, sebbene le riserve strategiche degli Stati Uniti siano rimaste vicine ad un minimo da 40 anni, il quadro dell’offerta non è cambiato. Restiamo pertanto moderatamente rialzisti sul petrolio. Infine, le gravi inondazioni in Grecia hanno evidenziato ancora una volta l’impatto del cambiamento climatico.

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