In seduta congiunta le Commissioni I e III, presiedute da Fabiano Amati e Mauro Vizzino, hanno approfondito l’efficienza degli investimenti finanziari riguardanti l’acquisto dei macchinari robot guidati per la chirurgia urologica. Pertanto, è stato convocato in audizione il direttore generale di Aress Giovanni Gorgoni, il quale con il supporto dell’ing. Federico Cangiarosi, ha relazionato sulla base dei dati raccolti a seguito di un questionario che, su indirizzo della Commissione, è stato commissionato alle singole Asl, per capire il numero delle prestazioni erogate con la robotica. Questo, in sintesi ha costituito la base su cui si è sviluppato il tavolo tecnico di chirurgia robotica, per definire quando è utile procedere con tale metodo chirurgico con acquisto o noleggio. I dati raccolti in risposta ai nove quesiti formulati, sono stati raggruppati sul numero di interventi, in relazione alla tecnologia e all’analisi dei DRG, all’individuazione di un punto di pareggio per questo tipo di investimento e alla definizione di una curva sul tipo di apprendimento di questa nuova tecnologia. È stata quindi condotta un’analisi del contesto organizzativo di urologia con le specialità chirurgiche e le analisi dei processi di apprendimento, nell’ambito di alcune tendenze specifiche soprattutto nella consapevolezza delle singole realtà aziendali e con la necessità di confronto con i referenti urologi. È emersa una disomogeneità dei dati che secondo Aress andrebbero allineati ed inoltre la mancanza di alcune informazioni da cui ne deriva la necessità di ulteriori integrazioni di approfondimento e di ulteriori dettagli. Quello che invece è stato utile a questo tipo di consultazione sono i dati del triennio 2019-2020- 2021, rivenienti in particolare dalle strutture ospedaliere “Miulli”, che è stato il pioniere seguito da Casa Sollievo della Sofferenza e Policlinico di Bari. È stato tenuto conto della tipologia contrattuale con acquisto o service, gli importi del costo relativo e del costo manutenzione, di quanta urologia robotica si fa rispetto alla chirurgia robotica in senso lato. Analizzando i dati raccolti, Aress ha evidenziato che il costo complessivo di un Robot per 7 anni di vita si aggira intorno ai 15-18 milioni di euro. Quindi è stato condotto uno studio su un modello di funzione da cui è risultato che il costo pro paziente che viene fuori è di 9,5 mila euro. Inoltre, è stato sottolineato che la valutazione non va fatta solo sulla base dei costi, ma un peso va dato anche all’efficacia (sanitaria, il valore etico-sociale), al contesto (la rilevanza epidemiologica) e la potenzialità (sviluppo delle competenze e formazione). In conclusione, ci si chiede qual è la soglia del numero di interventi minimi, in quale fase della curva implementare la tecnologia e se si hanno risorse finanziarie e umane. Secondo il direttore Gorgoni è azzardato aggiungere altre macchine a quelle esistenti.
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