da Pictet WM: Markets Weekly Outlook: recessione dei consumi voluttuari

Buongiorno,

inviamo di seguito la flash note “Recessione dei consumi voluttuari” a cura di Cesar Perez Ruiz, Head of Investments & CIO di Pictet Wealth Management con una view settimanale sulle principali tematiche globali e l’andamento dei mercati finanziari.

 

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Giovanni Prati
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Recessione dei consumi voluttuari

La scorsa settimana i mercati si sono mossi al rialzo sulle speranze di trovare un accordo riguardo al tetto del debito federale negli Stati Uniti, dopo lo stallo seguito all’abbandono da parte dei repubblicani della riunione alla Casa Bianca. Il presidente Biden si è detto fiducioso sulla possibilità di raggiungere un accordo, accordo che al momento ancora non c’è. Secondo i commenti degli esponenti della Fed più propensi alla restrizione monetaria, i mercati assegnano una maggiore possibilità a un aumento dei tassi a giugno. Il presidente Jerome Powell ha comunque parlato molto chiaramente di una pausa (in linea con il nostro scenario), tenuto conto della frizione nell’economia provocata dalla riduzione del credito bancario. I dati statunitensi rimangono contrastati. La produzione industriale si è impennata grazie al forte aumento della produzione di automobili. Le vendite al dettaglio hanno registrato un rimbalzo lo scorso mese dopo un bimestre di flessione, in misura molto inferiore alle attese. I risultati trimestrali delle grandi catene di vendite al dettaglio hanno inoltre evidenziato un diffuso rallentamento della spesa per i consumi voluttuari. S&P Global ha segnalato un forte incremento del numero delle società che hanno fatto ricorso alla protezione fallimentare negli Stati Uniti (Chapter 11) da inizio anno. Allo stesso tempo, la National Association of Home Builders ha registrato un miglioramento da 45 a 50 punti del suo indice sulla fiducia ad aprile. Nei mercati, i tassi obbligazionari sono saliti e lo S&P500 ha messo a segno la sua migliore performance settimanale da marzo, come riflesso della resilienza complessiva dei dati economici e dei risultati trimestrali sopra le attese. Siamo in generale positivi sul prezzo del petrolio, dato che gli Stati Uniti stanno per acquistare 3 milioni di barili per la loro riserva strategica e si prevede una scarsità di forniture nel secondo semestre.

In Europa, lo choc delle ragioni di scambio si è esaurito, e l’Eurozona si avvia ad avere un surplus commerciale destagionalizzato di 17 miliardi di euro, rispetto ad un deficit di 0,2 miliardi a febbraio. Il rischiaramento delle prospettive e i commenti della presidente della BCE Christine Lagarde sulla necessità di mantenere i tassi d’interesse «sostenibilmente elevati» hanno contribuito a un rialzo dei tassi obbligazionari europei. Siamo nel complesso più positivi sulle azioni europee che su quelle statunitensi. Seguiremo però con grande attenzione gli sviluppi geopolitici nel momento in cui alcuni paesi europei si apprestano a fornire aerei da combattimento F-16 all’Ucraina.

I mercati asiatici si sono mossi in modo eterogeneo. In Cina, i più recenti dati sulla produzione industriale, sugli investimenti in beni capitali e sulle vendite al dettaglio sono stati tutti inferiori alle aspettative. È come se l’economia cinese fosse entrata in una bolla d’aria dopo il forte inizio post riapertura. Gli indici azionari cinesi hanno pertanto perso terreno recentemente. Cosa forse ancora più preoccupante, la scorsa settimana l’indice del mercato immobiliare cinese ha ampliato le perdite da inizio anno. Il renminbi è scivolato sotto la soglia psicologica di 7 per un dollaro. La pressione politica si è intensificata nel fine settimana dopo che i leader G7 hanno criticato le politiche economiche della Cina. In Giappone, il Topix ha raggiunto un massimo da 30 anni sull’onda di un PIL del primo trimestre superiore alle attese, mentre le riforme per migliorare l’efficienza del capitale stanno guadagnando trazione. Le nuove operazioni di riacquisto di azioni proprie attirano investitori esteri a Tokyo. Siamo sempre più ottimisti sulle azioni giapponesi.

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