Agenzia nr. 924 – A Lecce la cerimonia di commemorazione di Aldo Moro. Capone agli studenti: “vi siamo accanto nei diritti ma fondamentale sentirsi tutti protagonisti”

 
ANNO XX
Numero 924
09/05/2023
Pubblicato in Bari

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A Lecce la cerimonia di commemorazione di Aldo Moro. Capone agli studenti: “vi siamo accanto nei diritti ma fondamentale sentirsi tutti protagonisti”

Per il secondo anno consecutivo il Consiglio regionale della Puglia, con la sua Presidente, Loredana Capone, torna a celebrare nella città di Lecce il ricordo di un grande statista pugliese, Aldo Moro. In occasione del 45esimo anniversario dal brutale assassinio per mano delle Brigate Rosse, Istituzioni e studenti s’impegnano a condividere un percorso che partendo dalle parole di Moro ne ripercorre impegno e valori. Un manifesto che si fa bussola per il presente e il futuro perché la memoria di uomini così grandi non vada perduta ma diventi esempio, consapevolezza, strumento per affrontare le insidie stringendoci attorno a ciò che è giusto, scegliendo di camminare gli uni al fianco delle altre, “perché bene comune – riporta il testo – non sia solo una delle tante parole messe in fila nel ricco vocabolario dei desiderata ma si faccia canto armonico per le nostre comunità. Perché l’amore per la giustizia si costruisce tra i banchi di scuola e tutti, prima o poi, indipendentemente dall’età, ci ritroveremo nello stesso destino”.

La cerimonia di commemorazione si è svolta dapprima nell’atrio di Palazzo Adorno, con la deposizione della corona d’alloro ai piedi della statua di Moro da parte della Presidente del Consiglio regionale, dal Prefetto di Lecce, Luca Rotondi, dal Presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, e dal sindaco della città di Lecce, Carlo Salvemini, per poi spostarsi a Palazzo dei Celestini dove gli interventi delle autorità hanno incontrato le voci delle studentesse e degli studenti. 

A partire dalla piccola Fatima Baig, sindaca leccese del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi: “Mi piace il concetto di diversità proposto da Aldo Moro – ha detto- Anche quando siamo divisi, anche da avversari, dobbiamo sapere di avere in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilità e il dovere di andare più lontano e più in alto. La diversità che abita dentro di noi non ci impedisce di sentirci partecipi di una grande conquista umana”.

“Siamo qui per dimostrarvi quanto siete importanti per noi – ha detto in apertura la Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone – perché troppo spesso la retorica accompagna i nostri discorsi e poi, però, proprio voi non sentite le Istituzioni vicine. E invece noi ci siamo, siamo qui, oggi e sempre, vi siamo accanto nei diritti, tra tutti quello allo studio, perché non c’è strumento più potente della conoscenza. Lo dice l’articolo 34 della Costituzione voluto e scritto da Moro, quando riconosce la funzione pubblica della scuola, perché tutte e tutti devono avere la possibilità di avere un futuro, al di là del luogo e della famiglia in cui si nasce, tutti hanno diritto a raggiungere i livelli più alti di studio. E forse oggi può sembrare normale perché le scuole pubbliche ci sono ma non dobbiamo pensare che tutto sia stato già fatto, guardiamo, invece, a ciò che bisogna ancora fare. Al tempo di Moro erano pochissimi i laureati, i diplomati, erano pochi persino coloro che accedevano alla terza media. In Salento, per esempio, le tabacchine ebbero la possibilità di prendere la seconda elementare solo perché il titolo era obbligatorio per andare a lavorare in fabbrica. Fu allora che Moro sentì l’esigenza di garantire la scuola a tutti, e se una famiglia non poteva permettersela era lo Stato che se ne faceva carico. Deve essere uno stimolo per noi, perché ancora oggi ci sono differenze, troppe, a partire dal tempo pieno a nord e a sud della nostra Italia. Non è giusto che ci siano luoghi dove è garantito e altri no. Non è giusto che ci siano scuole con impianti sportivi accessibile e sempre aperti e altre no. La scuola, come lo sport, non possono essere solo di chi se lo può permettere. E allora questo è l’impegno a cui la Costituzione ci richiama. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità, è questo il titolo del manifesto che firmiamo e la sostanza del patto che vuole unire cittadini e Istituzioni. Una responsabilità non va delegata ma che dobbiamo condividere. E la nostra gioia più grande sarà il fatto che voi, studiando, riuscirete a migliorare questo mondo e che lo facciate sentendo voi stessi la responsabilità. Perché la politica non si fa solo nelle Istituzioni, si fa nelle scuole, tra le strade, nelle imprese. Così voleva Aldo Moro. E insieme a lui un altro grande uomo, ucciso purtroppo nello stesso giorno, Peppino Impastato, testimone di coraggio, legalità, partecipazione. Un uomo che denunciò persino il padre mafioso per salvare la sua terra, per salvarla dalla speculazione, perché credeva che quello fosse il modo più giusto di impegnarsi nella società. ‘Oggi dobbiamo vivere – diceva Moro – oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà’”.

“Per questioni anagrafiche – ha aggiunto il Presidente della Provincia, Stefano Minerva – non ho vissuto quel 9 maggio, lo conosco attraverso il racconto dei più grandi, dei miei genitori, di mio nonno che me ne parlava sempre. E ho conosciuto la grande storia di quest’uomo attraverso le iniziative fatte negli anni in sua memoria. Iniziative importantissime, fondamentali perché è solo tenendo vivo il ricordo, la memoria, la consapevolezza dei valori trasmessi da Aldo Moro, che molte cose oggi sono state possibili. E’ questo il senso di questa iniziativa. Ciò che ci ha insegnato Aldo Moro va al di là di quello che può fare un uomo normale. Ed è nostro intento, con giornate come quella odierna, trasmettere ai più piccoli quei valori fondamentali che lui stesso ci ha insegnato, il dialogo sopra di tutto. Il dialogo non solo come arma di confronto, ma come possibilità che gli uomini hanno per fare passi avanti. In un momento difficile, di scontro, in cui dalla politica a tutto il resto viene vissuto con una contrapposizione feroce, il pensiero all’uomo del dialogo deve aiutarci a trovare le soluzioni migliori. Tra le tante frasi di Moro c’è quella straordinaria in cui diceva che l’Italia non deve scegliere tra l’Europa e il Mediterraneo perché l’Europa sta nel Mediterraneo e noi, che siamo territorio di confine, che si affaccia sul mare e guarda al Mediterraneo come possibilità e non come cimitero e morte, come succede troppo spesso, abbiamo il dovere di sentire nostro quell’insegnamento che veniva da un uomo del Sud. Spesso quando si parla del Sud si costruisce una narrazione errata perchè si dice che ci sono persone incompetenti e che il Sud è fatto di malaffare.  Noi stessi dobbiamo ricordare all’Italia e al mondo intero che uno dei più grandi uomini della politica e delle istituzioni italiane era del Sud, era del Salento e il suo nome era Aldo Moro”.

A seguire l’intervento del sindaco della Città di Lecce, Carlo Salvemini: “credo che le commemorazioni abbiano un grande compito, quello di trasferire le memorie e i ricordi a chi non c’era. E allora il nostro compito oggi è parlare soprattutto a voi, studentesse e studenti, per invitarvi a liberarvi dalla spettacolarizzazione del ricordo di Moro. Perché troppo spesso la sua grande testimonianza di impegno politico, civile e culturale al servizio del Paese si racchiude nella vicenda dei cinquantacinque giorni della prigionia, del rapimento e poi del suo drammatico epilogo. Spesso è un elemento di grandissima motivazione partire da quei giorni ma la biografia di Aldo Moro deve essere conosciuta partendo da molto prima per avere contezza del suo testamento di cultura, di senso dello Stato, di educazione politica, che significa, per esempio, ricordarci, in un momento fortemente caratterizzato da giuste battaglie politiche per il riconoscimento dei diritti, che la stagione dei doveri è sempre attuale. La necessità del dover vivere il tempo che ci è stato assegnato, avvertire su ciascuno di noi la responsabilità di essere protagonisti attivi e intelligenti in una relazione comunitaria. Politica è occuparsi dei destini che non sono i propri e Aldo Moro ha dedicato la sua vita a un incessante lavoro politico, intellettuale, culturale e umano per prendersi cura di quella degli altri e riuscendo a renderla migliore”.

Prezioso in chiusura il contributo dell’avvocato Pietro Quinto: “Aldo Moro aveva la sua visione di sviluppo ed evoluzione della società e riusciva a trasferirla al suo popolo, alle sue comunità. Questo significa essere un bravo politico, riuscire a realizzare il proprio sogno con la collaborazione di tutti ed è forse il bagaglio più importante che ci lascia questo grande uomo di Puglia”.

Nel corso della cerimonia, conclusa con la sottoscrizione del manifesto di tutti i presenti, sono intervenuti anche il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Vincenzo Melilli, l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Maglie, Ronny Palma Modoni, e Niccolò Portaccio, in rappresentanza dei Giovani in Consiglio, progetto voluto dalla Presidenza del Consiglio regionale della Puglia per promuovere la cittadinanza attiva tra le giovani generazioni. 

Hanno partecipato alla commemorazione l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, i sindaci della Provincia di Lecce accompagnati dai sindaci dei ragazzi, i consiglieri provinciali, le scuole della provincia di Lecce.

Allegati:

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