Brown Advisory – Puntare su finanziari e tecnologici ma solo Global Leaders

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invio di seguito e in allegato, il commento: Puntare su finanziari e tecnologici, ma solo “Global Leaders”, a cura di Mick Dillon e Bertie Thomson, gestori del Global Leaders Fund e del Global Leaders Sustainable Fund, Brown Advisory, asset manager rappresentato in Italia da Amchor IS.

Un caro saluto,

Diana Ferla

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Brown Advisory – Puntare su finanziari e tecnologici, ma solo “Global Leaders”

 

A cura di Mick Dillon e Bertie Thomson, gestori del Global Leaders Fund e del Global Leaders Sustainable Fund, Brown Advisory, asset manager rappresentato in Italia da Amchor IS

 

Si può investire con successo nei titoli finanziari in mercati scossi dalle crisi bancarie di Stati Uniti e Svizzera?  Sì, investendo in società finanziarie con risultati eccezionali per i loro clienti, una forte posizione competitiva, elevati livelli di redditività, una robusta qualità del bilancio e fattori di crescita secolari. Si tratta di “leader globali” come la principale banca specializzata in microcredito in Indonesia, PT Bank Rakyat, il gruppo assicurativo asiatico AIA Group, circuiti di pagamento come Visa e Mastercard e infrastrutture essenziali del mercato finanziario come le borse valori.

 

Con leader globali si intende, innanzitutto, società che offrono un prodotto o un servizio unico, in grado di fidelizzare la propria clientela nel lungo periodo, che tendono quindi a conquistare una posizione dominante nel proprio mercato di riferimento e ad avere livelli di ritorno sul capitale investito (ROIC) e di generazione di cassa che restano elevati nel tempo. Ne sono un esempio anche alcune aziende IT, in particolare Microsoft: la società fondata da Bill Gates produce infatti software che aumentano la produttività aziendale, un vantaggio che rende un’impresa più efficiente, consentendole di risparmiare costi. Un prodotto di cui non è più possibile fare a meno: è questo il tipo di ricaduta per i clienti da ricercare quando si sceglie in che aziende investire.

 

Un altro esempio di società con vantaggi competitivi unici è la statunitense Edwards Lifesciences che offre tecnologie poco invasive per la sostituzione di valvole cardiache. Un prodotto che produce benefici a più livelli: ha ricadute positive per il paziente – un intervento meno rischioso, rischi inferiori di infezione e meno tempo trascorso in ospedale – e minori costi per l’ospedale e per il sistema sanitario nel suo complesso.

 

Dove investire: finanziari poco bancari e borse come Deutsche Boerse e LSEG

Tra i titoli su cui puntare, i finanziari con dinamiche diverse dai bancari: società di pagamenti come Visa e Mastercard e di rating sul credito come Moody’s ma anche borse come Deutsche Boerse, London Stocks Exchange Group in Europa e B3 in Brasile.

Gli exchange, in particolare, sono business che hanno caratteristiche da monopolisti, una posizione distintiva e di leadership nei propri mercati e che si avvantaggiano della volatilità. In tema di diversificazione, LSEG è fondamentalmente una società di dati, Deutsche Boerse si focalizza su derivati sul reddito fisso e clearing e la brasiliana B3 è all’inizio di una storia secolare di crescita e di penetrazione del mercato finanziario.

Offre valore nel lungo periodo anche un gruppo di servizi finanziari esposto alle dinamiche dei tassi di interesse Usa come Charles Schwab, considerato un “leader globale” perché in grado di offrire ai suoi clienti la possibilità di fare trading praticamente a zero costi. Per garantire transazioni gratuite il gigante del brokerage genera utili nel business bancario e quindi raccoglie e investe in prodotti finanziari, business sensibile ai tassi di interesse. Ciononostante, la sua posizione di leadership come uno dei maggiori asset gatherer statunitensi è risultata premiante anche in contesti di instabilità come quello legato al recente fallimento di Silicon Valley Bank e di Signature Bank: la clientela ha spostato i depositi sui fondi comuni. La differenza rispetto alla fuga di depositi osservata da SVB è che il denaro è rimasto sulla piattaforma e Charles Schwab continua a beneficiare di nuovi flussi da parte dei clienti nella piattaforma. Riteniamo che il rischio sia notevolmente diverso da SVB e che sia gestibile, ancorché costoso nel breve termine.

 

Sui mercati emergenti, il microcredito è uno dei principali motori della redditività e della crescita dell’indonesiana PT Bank Rakyat.  Grazie ad una rete capillare sul territorio e a un risk management robusto, la banca offre tassi interessanti, riuscendo a tenere bassi i rischi di credito e i default. I solidi legami creati negli anni con le comunità e le piccole imprese locali sono difficili da replicare per i concorrenti e hanno consentito all’istituto di guadagnare una posizione dominante nel microcredito mantenendo al tempo stesso elevati ritorni su equity e asset.

 

Fra i tech anche Alphabet e Adobe

Accanto a Microsoft, anche altri grandi gruppi tecnologici come Alphabet e Adobe rientrano a pieno titolo nella categoria dei “grandi leader”: hanno rendimenti attesi molto elevati su cinque anni, un IRR (Internal Rate of Return, la stima di rendimento di un investimento) a doppia cifra ma soprattutto una indiscussa capacità di innovare.

L’IA generativa non è una tecnologia nuova ma, con il rilascio al pubblico di ChatGPT da parte di Open AI, ha raccolto un’attenzione significativa che spinge le aziende a mostrare progressi con le proprie soluzioni di IA, come Bard di Alphabet o Firefly di Adobe.

 

Fuori dal radar Energy, Utilities e Real Estate

I criteri che identificano i leader globali – solidi modelli di business riflessi nei numeri, forti vantaggi competitivi e fattori di unicità come brevetti e marchi, robusta generazione di cassa, un ritorno del capitale investito (ROIC) di almeno il 20%, management di qualità e valutazioni attraenti – escludono dal radar i titoli energetici, i servizi di pubblica utilità e l’immobiliare.

A sfavore di questi settori giocano anche gli elevati rischi regolatori oltre allo scarso potere di imposizione dei prezzi in un contesto inflattivo, alla necessità di continui sostanziosi investimenti e al ricorso frequente alla leva. Un elemento, quest’ultimo, che viene considerato sempre negativamente quando si tratta di scegliere dove investire, a maggior ragione nell’attuale contesto di tassi di interesse in salita.

 

(Commento e foto in allegato)

 


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