Secondo la Corte dei conti europea, i progressi verso un mercato interno dell’energia elettrica sono lenti

Comunicato stampa

Lussemburgo, 31 gennaio 2023

Secondo la Corte dei conti europea, i progressi verso un mercato interno dell’energia elettrica sono lenti

  • Il progetto di integrazione di tutti i mercati dell’energia elettrica nazionali è iniziato nel 1996
  • Norme dell’UE complesse e debolezze nella governance hanno rallentato la piena integrazione
  • I benefici economici da una maggiore convergenza dei prezzi sono ancora poco sfruttati

Nonostante le proiezioni ambiziose e il notevole impegno profuso, l’UE è progredita lentamente verso l’obiettivo di connettere i mercati dell’energia elettrica per fornire a imprese e cittadini energia a buon mercato, come afferma la Corte dei conti europea nella relazione. I ritardi nell’accoppiamento dei mercati dell’energia si sono accumulati a causa delle debolezze nella governance dell’UE e del complesso sistema di strumenti di regolamentazione adottati per consentire il commercio transfrontaliero; ciò ha frenato l’attuazione delle norme di mercato. Nemmeno la vigilanza del mercato operata dalla Commissione europea e dall’ACER ha portato miglioramenti sufficienti. Le misure di vigilanza per scoraggiare gli abusi e le manipolazioni non hanno avuto i risultati previsti, per cui il principale onere del rischio nel mercato dell’energia elettrica dell’UE viene a gravare sui consumatori finali.

Nel 1996, l’UE ha avviato un complesso progetto di piena integrazione dei mercati nazionali dell’energia elettrica. Lo scopo era fornire ai consumatori i prezzi dell’energia elettrica più vantaggiosi e accrescere la sicurezza degli approvvigionamenti dell’UE. Ciononostante, dopo quasi 10 anni dal 2014, anno previsto per il completamento del progetto, il mercato continua in pratica a essere disciplinato da 27 quadri normativi nazionali. Come evidenziato dall’attuale crisi energetica, i prezzi all’ingrosso differiscono sensibilmente da uno Stato membro all’altro e quelli al dettaglio continuano a essere fortemente influenzati dalle aliquote impositive nazionali e dagli oneri di rete piuttosto che essere aperti alla concorrenza.

Nonostante l’apprezzabile e necessaria ambizione dell’UE, i mercati dell’energia elettrica in Europa potrebbero essere molto più integrati” ha dichiarato Mihails Kozlovs, il Membro della Corte responsabile dell’audit. “L’attuale crisi dell’energia e del costo della vita a cui devono far fronte i cittadini dell’UE ha reso ancora più urgente il completamento del mercato interno dell’energia elettrica da parte dell’UE.

Nonostante alcuni risultati importanti, i progressi verso l’accoppiamento di tutti i mercati nazionali sono stati lenti nel periodo 2015‑2021 e non uniformemente distribuiti tra segmenti di mercato e regioni dell’UE. Nessuno degli orientamenti dell’UE, seppur vincolanti, è stato pienamente attuato negli Stati membri e non vi sono stati progressi sostanziali nell’aumento della capacità di trasmissione transfrontaliera. La Corte attribuisce i ritardi alla scelta della Commissione di adottare orientamenti di rete da applicare attraverso termini e condizioni o metodologie, la cui approvazione era di competenza delle autorità nazionali di regolamentazione e dell’ACER. Ciò ha complicato e ritardato eccessivamente l’armonizzazione delle norme in materia di scambi transfrontalieri. La Corte sottolinea che, nella sua valutazione d’impatto, la Commissione non ha analizzato a sufficienza l’impatto delle proprie decisioni sull’assetto e sulla governance del mercato. Il monitoraggio dell’uniforme applicazione delle disposizioni da parte degli Stati membri è stato in larga parte affidato all’ACER. La Corte ha riscontrato, tuttavia, che la vigilanza e la rendicontazione dell’ACER sono state insufficienti, in particolare a causa dei dati incompleti, delle scarse risorse e dell’inadeguato coordinamento con la Commissione.

La vigilanza sui mercati per individuare e scoraggiare abusi e manipolazioni di mercato è stata anch’essa incompleta. La Corte conclude che l’approccio dell’ACER alla raccolta dei dati non è stato esaustivo e la valutazione dei dati ottenuti ha riguardato un numero troppo esiguo di tipologie di comportamenti abusivi. L’ACER ha inoltre destinato risorse insufficienti all’analisi dei dati e non è stata in grado di fornire sostegno alle indagini sul volume sempre crescente di casi di presunti abusi di mercato transfrontalieri. La Corte segnala che i produttori, i fornitori e gli intermediari nell’ambito dell’energia elettrica potrebbero tutti sfruttare le lacune o, peggio, gli Stati membri potrebbero fare a gara nell’offrire un ambiente più permissivo in termini di sanzioni comminate e applicate. Al contempo, l’ACER non ha il potere di imporre una applicazione uniforme delle norme negli Stati membri.

Informazioni sul contesto

L’UE condivide con gli Stati membri la responsabilità della politica energetica. La compravendita transfrontaliera dell’elettricità dovrebbe fornire a imprese e cittadini in tutta l’UE accesso all’energia elettrica più economica disponibile. La Corte ha valutato se l’approccio di regolamentazione della Commissione e la vigilanza del mercato da parte dell’ACER abbiano contribuito all’obiettivo dell’UE di disporre di un mercato interno dell’energia elettrica ben funzionante. Gli auditor hanno esaminato il periodo dal 2015 alla fine del 2021 e si sono concentrati sui mercati all’ingrosso dell’energia elettrica.

Corte dei conti europea, relazione speciale 03/2023: “Integrazione del mercato interno dell’energia elettrica – Assetto giuridico complesso, ritardi, debolezze nella governance e vigilanza del mercato incompleta mettono a rischio il pieno conseguimento dell’ambizioso obiettivo” è disponibile sul sito Internet della Corte (eca.europa.eu).

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