RICERCA – ROSSO PER IL CIBO, BLU PER L’ENERGIA: LA LUCE PERFETTA PER L’AGRIVOLTAICO

ROSSO PER IL CIBO, BLU PER L’ENERGIA:

LA LUCE PERFETTA PER L’AGRIVOLTAICO

Pubblicato sulla rivista «Earth’s Future» lo studio dell’Università di Padova, in collaborazione con la University of California – Davis, che spiega in che modo l’agrivoltaico, attraverso la manipolazione della luce, potrebbe aumentare l’efficienza d’uso del suolo e dell’acqua

 

 Il 15 novembre 2022 la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi di persone. La stima dell’Onu descrive una crescita senza precedenti dovuta al graduale aumento della durata della vita umana grazie ai miglioramenti nella salute pubblica, nell’alimentazione, nell’igiene personale e nella medicina. Una diretta conseguenza è la crescente domanda di cibo ed energia, che sta ponendo obiettivi di rendimento senza precedenti anche sul nostro territorio. 

L’agrivoltaico classico – con pannelli solari opachi al silicio – porta tipicamente a rese agricole minori, perché obbliga le colture a crescere in gran parte all’ombra. La grande sfida è massimizzare la produttività delle colture e minimizzare, al contempo, le perdite di traspirazione per ridurre le esigenze di irrigazione, ottimizzando la generazione di energia solare: questo richiede un cambio di paradigma nel modo in cui gestiamo le nostre risorse, in particolare la luce.

È quanto emerge dalla ricerca di Matteo Camporese, docente del dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA) dell’Università di Padova, dal titolo “Not All Light Spectra Were Created Equal: Can We Harvest Light for Optimum Food-Energy Co-Generation?” pubblicata sulla rivista «Earth’s Future» dell’American Geophysical Union, un’organizzazione senza scopo di lucro di scienziati e appassionati della Terra, dell’atmosfera, degli oceani, dell’idrologia, dello spazio e dei pianeti.

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