L’ADL del 15 dicembre 2022

L’Avvenire dei lavoratori

15 dicembre 2022 – e-Settimanale della più antica testata della sinistra italiana

Organo della F.S.I.S., Centro socialista italiano all’estero, fondato nel 1894 / Direttore: Andrea Ermano

Redazione e amministrazione presso la Società Cooperativa Italiana – Casella 8222 – CH 8036 Zurigo

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IPSE DIXIT

 

Il diario di Eva – «Non avevo mai visto una tigre prima di allora, ma in un attimo le riconobbi dalle strisce. / Se riuscissi a procurarmi una di quelle pelli, me ne farei un grazioso mantello… // Il desiderio di impossessarmi di tutto ciò che fosse carino era così forte che, come stordita, allungavo la mano.» Mark Twain

 

 

Augustus W.N. Pugin, La tentazione di Eva,

vetrata nella Cattedrale di Ely (1858, part.)

      

        

EDITORIALE

 

la diaria di Eva

 

Che cosa pensereste di noi se, questa settimana, non esordissimo parlando del caso di corruzione e di misure cautelari esploso a Bruxelles? La ex Vicepresidente socialista dell’Europarlamento finita in prigione insieme a una pletora di ex deputati, assistenti, portaborse, compagni e amici degli amici ha arrecato un danno serio alle istituzioni democratiche, alla sinistra in Europa e anche all’immagine del nostro Paese. 

 

di Andrea Ermano

 

per lo più, Le persone coinvolte nello scandalo e incarcerate a Bruxelles sono: a) di nazionalità italiana, oppure b) di appartenenza politica socialista, oppure c) entrambe le cose.

    Ma entrambe queste cose siamo anche noi, che ci vediamo perciò sputtanati, inevitabilmente, in quanto storica testata di socialisti e di italiani all’estero. Salvo che tra le nostre fila abbiamo i muratori o gli idraulici e non i parlamentari europei. Infatti, stiamo qua a Zurigo da emigrati e non in galera a Roma, Milano o Bruxelles o vattelapesca.

    Come sia potuto accadere che degli europarlamentari finissero incarcerati a Bruxelles, nonostante l’immunità, si spiega o con teorie del complotto circa le autorità belghe, oppure perché gli arrestati sono stati colti “con le mani nel sacco”. E in quel “sacco” c’erano ingentissime quantità di denaro liquido: un milione e mezzo di euro, senza contare che altre somme potrebbero non essere emerse nel corso delle perquisizioni.

    Conservavano in casa sacchi e sacchi e sacchi di banconote. Presumibile indizio di attività illecite, perché la gente dabbene non ha per le mani tutto quel contante. Ai giorni nostri, chi voglia svolgere correttamente le proprie operazioni finanziarie utilizza i vaglia postali o bancari, oppure le carte di debito e di credito.

    Si legge che il malloppo abbia a che fare con i Mondiali di calcio in Qatar. L’emirato arabo smentisce e, per poco che valga una smentita siffatta, i Belgi tengono le bocche cucite. Comunque sia, possiamo qui prescindere dall’eterna lotta tra giustizialisti e garantisti, per invece dedurre che un grave crimine deve essere stato commesso.

    Bisognerà attendere che gli inquirenti formulino pubblicamente le imputazioni, revocando il segreto istruttorio da un’indagine undercover iniziata molti mesi fa su un gruppo più o meno vasto di “cittadini al di sopra di ogni sospetto”. Ma anche se non ci hanno ancora spiegato quale sia esattamente lo scopo di codeste attività, certamente ed indiscutibilmente corruttive, da Bruxelles gli interpellati più autorevoli, incluso il Commissario europeo Gentiloni (che si suppone ben informato e non prevenuto), non hanno lasciato trasparire dubbio alcuno, confermando che si tratta proprio di una storia decisamente brutta.

    E allora bisognerà capire il chi, il che cosa, il quanto, il quando e tutte le altre “forme dell’accusa” che nella lingua della vicepresidente Eva Kaili vennero anticamente battezzate “le dieci categorie”.

    Ma ora prepariamoci ad assistere allo spettacolo dell’ovvio. Perché in Europa nessuno, ma proprio nessuno, ama perdere voti, consensi e potere. Dunque, la colpa sarà sempre degli “altri”. Così, nel Belpaese la colpa sarà dei “socialisti” (che in Italia non ci sono). Invece, per i nordeuropei saranno stati gli “italiani” (che abitano in un remoto quanto pittoresco meridione). Queste le due linee di difesa, finché reggeranno. Poi staremo a vedere se, da computer e telefonini e documenti sotto sequestro, spunteranno altre novità, come molti prevedono.

 

Maledetti “socialisti”. In Italia ci ingegneremo a buttargli addosso la colpa. Oltre tutto, a Bruxelles sono accampate oltre diecimila lobbies. E quindi chissà quanti “socialisti”.

    Sottolineando ora l’art. 27 della Costituzione (“La responsabilità penale è personale”), va poi aggiunto, quasi a discolpa dell’inquisito, che Antonio Panzeri ha alle spalle una lunga militanza nel PCI-PDS-DS-PD. Lo sviamento sarà avvenuto in Europa, quando Panzeri è entrato a far parte del PSE, passando infine (cinque anni fa) ad “Articolo Uno”, anche loro in fondo… “socialisti”.

    Per la cronaca, tutte le istituzioni e organizzazioni coinvolte hanno ovviamente condannato, sospeso, espulso. Ma non può essere un caso che le persone coinvolte nello scandalo europeo stessero in effetti quasi tutte dentro la famiglia… “socialista”.

    Anche il PD italiano, entrando nel gruppo socialista in UE, ha preteso per un suo orgoglio di partito che si mutasse la vecchia denominazione in: “Gruppo dei Socialisti e dei Democratici” (S&D). Oggi, questa doppia denominazione può rivelarsi oggettivamente utile, qualora in Europa vi siano persone finite in carcere per furto, malversazione o corruzione. Non si pensi che – a fare quelle cose – siano stati i “democratici”. La colpa è tutta dei “socialisti”. O no?

 

“Politici italiani corrotti”, queste parole rilanciano all’incirca gli organi d’informazione fuori dal Belpaese per titolare gli scoop in arrivo dal Belgio.

    Contrordine, compagni: per gli altri è tutta colpa degli “italiani”. Ed è difficile dargli torto, da un certo punto di vista. Perché, in effetti, le persone finora coinvolte nello scandalo risultano essere concittadini nostri, eccettuata la ex Vicepresidente greca dell’Europarlamento, Kaili, la quale però risulta sentimentalmente legata a (e ha una figlia con) Francesco Giorgi arrestato pure lui. Esperto di politica internazionale… italiano.

    Tant’è che adesso persino la ex Vicepresidente butta la colpa addosso a lui, il quale forse “parla” per ripicca o forse no. Che ci volete fare? Gli italiani hanno la reputazione che hanno. Mai stati efficienti nel chiarire i loro angoli ciechi: non Piazza Fontana, né Piazza della Loggia, né l’Italicus, e nemmeno la strage alla Stazione di Bologna. Ma la lista potrebbe continuare. E, cara grazia se oggidì i misteri d’Italia si riducono ai colloqui “riservati” di Renzi d’Arabia all’Autogrill.

    Alcuni media d’oltralpe si sono scapricciati nel lanciare un sondaggio tra i loro lettori: “Credete voi che Eva Kaili affermi il vero nell’accusare il suo partner (italiano) quale unico responsabile dello scandalo?”

    Nel resto d’Europa il pubblico si è spaccato in due.

    Di fronte ai sacchi di banconote trovati in casa della bella ex Vicepresidente greca, il cinquanta per cento dei nordeuropei interpellati reputa colpevole lui, l’italiano, mentre la Kaili sarebbe totalmente innocente.

    Ma se ascolterete l’altra metà del cielo, vi stupirete forse apprendendo che nell’affaire scoperchiatosi in quel di Bruxelles venga ritenuta coinvolta anche lei, cioè Eva. O no?

 

 

P.S.: Dopo avere fustigato, senz’indulgenze, lo scandalo di Bruxelles, sentiamo onestamente l’obbligo di aggiungere questo: le estreme destre populiste vorranno ora sfruttare massicciamente quanto accaduto in senso cospirazionista. Agiteranno la contrapposizione tra “popolo raggirato” ed “élites corrotte”. Perciò occorre stringere un patto tra le élites corrette (che pur ci sono!) e il popolo (che non si lascerà raggirare dai nemici della democrazia!).

    

      

da >>> TERZO GIORNALE *)

https://www.terzogiornale.it/

 

Cospirazionismo

 

di Marco Solinas

 

L’organizzazione golpista smantellata in Germania lo scorso 7 dicembre è cospirazionista in due sensi. Per un verso, cospirava di fatto: si preparava segretamente ad attuare un golpe militare. Per un altro, i suoi principali esponenti erano imbevuti di teorie cospirative di vario tipo; e tali teorie hanno rappresentato le basi teoriche, o perlomeno hanno fornito alcune delle ragioni principali per le quali l’organizzazione si è costituita.

    Sul primo versante, la cospirazione vera e propria ha rappresentato un effettivo pericolo per le istituzioni democratiche della Repubblica Federale di Germania e la sicurezza personale dei suoi rappresentanti a vari livelli. Lo si evince facilmente dall’entità dell’intervento: l’azione coordinata di circa tremila agenti di polizia impegnati in undici Stati federali della Germania, in Austria e in Italia (a Perugia), ha condotto all’arresto dei leader dei complottisti – ovvero di ventidue membri più tre sostenitori diretti, mentre altri venticinque sono sotto stretta sorveglianza –, nonché al sequestro di 130.000 euro in contanti, lingotti d’oro e d’argento, nonché parecchie armi, detenute sia legalmente sia illegalmente, rinvenute in circa cinquanta differenti edifici tra i centocinquanta perquisiti.

    Tra gli arrestati, vi è una delle principali esponenti del partito di estrema destra Alternative für Deutschland, vari militari di alto grado e delle forze speciali tedesche, e diversi esponenti della “società civile”. (Per una descrizione generale del complotto, si veda l’accurato articolo Alarm vor “Tag X”, pubblicato da “Der Spiegel”, in data 10 dicembre 2022).

    Sul versante delle teorie cospirative, il caso mostra senza veli quanto questi indirizzi di pensiero stiano diventando influenti e pericolosi anche in Europa, e consente di metterne in luce alcune peculiarità, sia rispetto ai contenuti, sia rispetto al loro impatto politico e sociale.

    Analizzando l’attività dei complottisti, emerge una fatale compenetrazione tra il cospirazionismo antisemita tradizionale e le nuove teorie di matrice statunitense provenienti dall’area di QAnon – ovvero quelle teorie, firmate da “Q anonimo”, che si sono diffuse online negli ultimi anni.

    Il ricorso alla classica teoria della “cospirazione ebraica internazionale” è rinvenibile anzitutto nelle posizioni del portabandiera dei golpisti, l’imprenditore aristocratico Heinrich XIII. Prinz Reuß, che la sostenne pubblicamente, accusando in particolare la famiglia Rotschild, nella relazione tenuta in inglese al “Worldwebforum” di Zurigo nel gennaio 2019 e intitolata “Experience the rise and fall of the blue-blooded élite”. Il gruppo guidato da Reuß incarna pertanto un modello tradizionale di organizzazione politica segreta cospirazionista di estrema destra, monarchica, neofascista e dichiaratamente antisemita, volta ad attuare un golpe “conquistando” per mano militare il parlamento. Reuß si è difatti adoperato nel reclutamento di alti esponenti delle forze armate, sia in servizio sia in pensione, con particolare riguardo per le unità delle forze speciali; ricercando quindi l’appoggio dei militari nello stile golpista tradizionale.

    Tale impostazione generale è stata coniugata alla adozione delle nuove teorie cospirative costruite intorno alla pandemia e all’attività di QAnon, in particolare della teoria del deep state – in Germania si parla al riguardo di Querdenker, ovvero di chi adotta un “pensiero laterale”. Il rilancio di tali teorie è stato effettuato mediante l’utilizzo dei nuovi media, rivolti a un largo pubblico, come mostrano le attività online di diverse figure di punta dell’organizzazione terrorista; tra gli altri, del militare “no vax” Andreas M., e dell’ex deputata di Alternative für Deutschland (in parlamento dal 2017 al 2021), la giudice Birgit Malsack-Winkemann (al momento sospesa dal suo incarico presso il tribunale di Moabit). In questi ultimi anni, la magistrata ha sostenuto pubblicamente, allineandosi così al nuovo cospirazionismo, che le elezioni perse da Trump siano state truccate, che una ragazzina di tredici anni sarebbe morta perché indossava una mascherina anti-Covid, e che la proposta di taglio ecologista del “Great Reset” avanzata dal World Economic Forum sarebbe in verità il prodotto di una cospirazione delle élite ebraiche per assumere il potere economico mondiale, anche grazie all’ausilio della crisi pandemica… (continua sul sito)

 

*) Terzo Giornale – La Fondazione per la critica sociale e un gruppo di amici giornalisti hanno aperto questo sito con aggiornamenti quotidiani (dal lunedì al venerdì) per fornire non un “primo” giornale su cui leggere le notizie, non un “secondo”, come si usa definire un organo di commenti e approfondimenti, ma un giornale “terzo” che intende offrire un orientamento improntato a una rigorosa selezione dei temi e degli argomenti, già “tagliata” in partenza nel senso di un socialismo ecologista. >>> vai al sito

       

    

SPIGOLATURE

 

la notizia

sotto l’albero

 

di Renzo Balmelli

 

LADRI. Fare di ogni erba un fascio sarebbe scorretto. Tuttavia, non giriamoci attorno: la presenza di esponenti della sinistra nello scandalo delle eurobustarelle ora noto come Qatargate non era la notizia che ci aspettavamo di trovare sotto l’albero. Fa male a tutti, fa male all’Ue, fa male alle persone oneste. E non fa star bene la sinistra finita nella bufera. No, proprio non ci voleva. Che ora sull’altro versante si stiano spellando le mani per l’insperata rivincita, non attenua l’enorme imbarazzo per la scomodissima posizione in cui sono venuti a trovarsi gli indagati. Siamo di fronte a un brutto, bruttissimo episodio di malaffare che obbliga a chiedersi che cosa ci facessero quei miserevoli personaggi nel peggior caso di corruzione che si ricordi nella storia del Parlamento europeo. E con quale scellerata spudoratezza abbiano potuto calpestare un patrimonio storico che per tradizione e cultura si fonda sulla trasparenza, l’incorruttibilità e la consapevolezza di avere le mani pulite. Ora lo sappiamo: hanno agito come squallidi, avidi ladri di polli per fare soldi, borse piene di soldi, per darsi alla bella vita senza il minimo scrupolo. Che mazzata all’etica e alla morale!

 

FIDUCIA. Nella vicenda del Qatargate a esserne scossa è anche la Comunità europea. Vi si possono infatti intravedere elementi destabilizzanti che portano acqua al mulino degli euro-fobici. Parlamento e democrazia Ue sono stati sotto attacco e forse lo sono ancora a sentire le Presidenti, Roberta Metsola e Ursula von der Leyen. Un po’ ovunque hanno ripreso slancio i fautori di un exit generalizzato per mandare a monte le istituzioni di Bruxelles e Strasburgo. La crisi di fine anno è grave e forse senza precedenti. A maggior ragione lo è se si considera lo stato di emergenza in cui è venuta a trovarsi l’Europa con una guerra alle porte, l’implacabilità di Mosca, l’orrore delle esecuzioni captali in Iran, e il peso dell’urgenza energetica. Un combinato disposto drammatico che sommato alle volgari combine truffaldine venute alla luce nelle ultime ore pone problemi di coscienza elevati alla massima potenza. A Palazzo Charlemagne è in gioco una questione di fiducia nella casa comune di 27 Paesi che richiede i più alti standard di indipendenza e integrità per uscirne senza danni permanenti.

 

COMPLOTTO. All’inizio di dicembre, senza tanti clamori, ma con assoluta determinazione, la Germania si è trovata a fronteggiare e sventare la minaccia dell’estrema destra eversiva decisa a imporre con la violenza un nuovo Stato. Ai vertici dell’organizzazione complottista faceva mostra di sé un principe della Turingia che nel modo d’agire ricordava un italico principe di parecchi anni fa. Parliamo di quel Valerio Borghese che in Italia nei primi anni settanta fu a sua volta alla testa di un tentativo di colpo di Stato di matrice fascista poi abortito. L’assalto all’edificio che ospita il Parlamento di Berlino, seppur fallito, evidenzia quali insidie si celino in formazioni come i Reichsbürger tedeschi, un gruppo dal nome più che esplicito. La loro è una formazione fondata negli anni Ottanta, che rifiuta le leggi democratiche e teorizza la rinascita dell’impero. E poiché non sono i i soliti quattro gatti nostalgici, bensì un nucleo robusto, ne sottolinea la pericolosità e fa capire quanto sia necessario mai abbassare la guardia.

 

CHIMERE. Se dovessimo fare la conta in base agli eroi della tastiera che imperversano sui social vicini alla destra, il politico americano che gode ancora di non poche simpatie rimane Trump. Quanto a Biden, sempre secondo quelle fonti, il meglio che gli possa capitare è di essere definito una mezza calzetta. Però, come nel famoso film, sul viale del tramonto rischia di proprio di finire il Tycoon, prigioniero delle sue assurde chimere. Nelle ultime sfide elettorali, nessuno dei candidati imposti dall’ex presidente al partito repubblicano è stato eletto. Nel contempo i democratici hanno conservato la maggioranza al Senato, sovvertendo la regola che le elezioni di metà mandato puniscono il partito del Presidente. Il ricordo del traumatico assalto a Capitol Hill ormai infiamma soltanto i soliti estremisti ed è fonte di evidente imbarazzo nei ranghi del Grand Old Party. Come annota Angelo Panebianco sul Corriere della Sera, si può dire, alla Mark Twain, ” che la notizia della imminente morte della democrazia americana era grossolanamente esagerata”.

   

      

economia

 

Carlo Rosselli

SCRITTI INEDITI DI ECONOMIA (1924-1927)

Editore Biblion – Collana: Storia, politica, società – Pagine 562

 

a cura di Enno Ghiandelli

Premessa di Paolo Bagnoli, Prefazione di Marco Dardi

 

In questo volume si ricostruisce, attraverso documenti originali e inediti (“Appunti di Economia politica”, “Relazione sulla operosità didattica e scientifica del candidato”, “Premesse per la razionalizzazione economica”), la nascita dell’interesse di Carlo Rosselli nei confronti dello studio dell’economia. L’attenzione è focalizzata principalmente sui cosiddetti philosophical radicals, cioè su quel gruppo di filosofi inglesi guidati da Jeremy Bentham e da James Mill che operò a cavallo dei secoli XVIII e XIX, influenzando in maniera profonda la vita culturale e politica europea. Anche Rosselli ne trasse importanti insegnamenti, fortificando le sue convinzioni. In particolare è interessante conoscere la sua posizione rispetto alla teoria utilitaristica e al rapporto fra questa e il socialismo: le sue riflessioni, infatti, lo condussero a conclusioni assai differenti e per molti versi inattese rispetto a quelle che gli sono correntemente attribuite. L’ultimo documento (“Gestione operaia delle fabbriche”), pur essendo stato concepito successivamente al periodo degli scritti di economia, viene pubblicato in quanto costituisce un caso di studio notevole sulla strategia riformista rosselliana e sui suoi obiettivi.

 

Da La Rivoluzione Democratica

     

     

L’Avvenire dei lavoratori – Voci su Wikipedia :

(ADL in italiano) https://it.wikipedia.org/wiki/L’Avvenire_dei_lavoratori

(ADL in inglese) https://en.wikipedia.org/wiki/L’Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in spagnolo) https://es.wikipedia.org/wiki/L’Avvenire_dei_Lavoratori

(Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

 

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Su Radio Radicale

https://www.radioradicale.it/

 

Incontro con Bonaccini

 

Verso il Congresso del PD

Incontro con Stefano Bonaccini

 

con interventi di: Stefano Bonaccini (Presidente della Regione Emilia Romagna), Michele Emiliano (Presidente della Regione Puglia), Antonio De Caro (Sindaco del Comune di Bari e presidente dell’ANCI), Giovanna Bruno (Sindaco del Comune di Andria), Claudia Caputo (Giovani Democratici del Salento), Alberto De Toma (Giovani Democratici di Trani), Fabio Specchia (Dipartimento Prevenzione Asl Bari), Laura Manta (Sindaca di Collepasso, Lecce).

 

Vedi sul sito

       

   

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.collettiva.it

 

Cosa fa il governo?

Cosa propone la Cgil? 

 

di Cristian Perniciano

 

1. CARTELLE ESATTORIALI

 

Fact checking

• Purtroppo è tutto vero. Chi non ha pagato le imposte ed è riuscito a fuggire ai suoi doveri, ha fatto bene. Non pagherà nulla.

• Chi ha pagato le imposte in tempo, ha sbagliato. Appuntamento al prossimo condono.

• Si eliminano le sanzioni per chi non accetta pagamenti con carte (Pos) e si alza la soglia del contante da 1.000 a 5 mila euro. Su questi provvedimenti anche Istat, Ufficio parlamentare di bilancio e Banca d’Italia si sono espressi con toni molto critici.

 

Cosa propone la Cgil

• Nessun condono, lotta senza quartiere all’evasione fiscale e riduzione delle imposte ai contribuenti onesti, a partire da lavoratori e pensionati, attraverso il gettito recuperato.

• Vanno ritirate le norme sulla soglia di contante e sull’obbligo per gli esercizi di accettare pagamenti tracciabili.

 

2. FLAT TAX

 

Fact checking

• Purtroppo è tutto vero. Si riducono le imposte ai lavoratori autonomi fino a 85 mila euro, soprattutto a quelli che non investono e non crescono.

• A parità di reddito, infatti, un autonomo in flat tax arriva a pagare anche 10 mila euro in meno all’anno rispetto a un dipendente.

 

Cosa propone la Cgil

• Abolizione del regime dei forfettari o quantomeno una riperimetrazione per destinarla solo ai contribuenti minimi.

• Misure strutturali per aumentare le buste paga dei lavoratori con redditi medi e bassi: la decontribuzione deve essere portata fino al 5% incrementando il netto annuo di una mensilità; le detrazioni devono seguire l’andamento dell’inflazione con un meccanismo automatico per preservare il potere d’acquisto di salari e pensioni.

• Imposizione vera sugli extra profitti, che costringa le imprese che si sono arricchite nella crisi a restituire alla collettività.

 

3. CARO ENERGIA

 

Fact checking

• In realtà le misure sono le stesse varate dal precedente governo nel corso del 2022, e vengono finanziate solo per tre mesi.

• C’è bisogno di più servizi pubblici che funzionino, specie per le categorie fragili, e di misure di contrasto alla povertà. Non di tagli alla sanità, all’istruzione e al reddito di cittadinanza.

• Si è preferito utilizzare le poche risorse in manovra per incentivi non selettivi alle imprese e per far pagare meno tasse agli autonomi.

• Non si sostiene il tessuto produttivo, si elargiscono sconti fiscali e incentivi senza alcuna condizionalità, e si favorisce la precarietà reintroducendo i voucher.

 

Cosa propone la Cgil

• Aumento del bonus energia fino a 20 mila euro di Isee.

• Il caro energia si combatte innanzitutto con l’aumento delle fonti rinnovabili e il sostegno alle comunità energetiche. Mancano anche politiche strutturali per l’efficientamento energetico e la riduzione dei consumi.

• Occorre una vera politica industriale con investimenti pubblici per affrontare le sfide della transizione verde e della trasformazione digitale, attraverso un’Agenzia pubblica che coordini gli interventi.

• Investimenti pubblici e aumento della spesa corrente specie nella sanità e nell’istruzione, per un welfare di qualità. La manovra dimentica il Mezzogiorno, che ha necessità di massicci interventi.

 

4. LEGGE DI BILANCIO

 

Fact checking

• Non è la prima volta che si abbassa il costo del lavoro alle imprese che assumono. Ricordiamo gli 80 miliardi messi in campo dal 2015 al 2019, più tutte le misure per l’emergenza pandemica.

• Raramente questa misura è servita a creare lavoro stabile. Senza la tutela contro i licenziamenti, alla fine degli incentivi i contratti non vengono rinnovati.

• Quasi sempre le imprese hanno utilizzato le agevolazioni per stabilizzare personale che avrebbero comunque assunto.

• I voucher reintrodotti con la legge di bilancio continuano a costare meno del lavoro dipendente, anche con i contributi azzerati, e moltiplicheranno la precarietà.

 

Cosa propone la Cgil

• Un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione e creazione di lavoro pubblico e privato con progetti d’investimento territoriali.

• Forti condizionalità degli incentivi pubblici, che devono andare solo alle imprese che investono, innovano, formano, mettono sin sicurezza i luoghi di lavoro, salvaguardano l’ambiente e creano nuova buona occupazione.

• Cancellazione dei contratti precari, ritiro della norma che reintroduce i voucher.

 

a cura di www.collettiva.it

       

    

Da Avanti! online

www.avantionline.it/

 

L’era cupa di Elkann

 

Un impero che non gode di buona salute. Mentre il carisma della Juventus va in frantumi, John Elkann, assieme ai fratelli Lapo e Ginevra, deve fronteggiare le contestazioni legali che la madre Margherita Agnelli ha avviato sull’eredità famigliare in quanto figlia di Gianni e Marella Agnelli.

 

di Rodolfo Ruocco, Sfogliaroma

 

John Elkann non vive un buon periodo. Il carisma della Juventus, icona calcistica dell’impero Fiat prima del senatore Giovanni Agnelli e poi del nipote Gianni, va in frantumi.

    Il più blasonato club calcistico italiano inciampa in pesanti deficit e in gravi guai giudiziari. Andrea Agnelli, indagato dalla procura della Repubblica di Torino, si è dimesso da presidente della Juventus insieme a tutto il consiglio di amministrazione. John Elkann ha nominato un nuovo presidente in sostituzione del cugino Andrea Agnelli. Non è per niente una bella pubblicità per tutta la sconfinata galassia Agnelli-Elkann: l’impero fondato alla fine del 1800 da Giovanni Agnelli senior adesso va dalla Juventus a Stellantis (il colosso dell’auto nato dalla fusione di Fiat Chrysler Automobiles con il gruppo francese Peugeot-Citroen), dalla Ferrari ai giornali Gedi (“Repubblica” e “La Stampa” sono le perle più preziose), dalla Cnh Industrial (trattori e macchine industriali) all’Iveco (autocarri e pullman).

    Tuttavia gran parte dell’impero governato dall’amministratore delegato di Exor (la finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann proprietaria delle molteplici partecipazioni azionarie) non gode buona salute. Gli impianti italiani di Stellantis sono in grande affanno per i ritardi nell’arrivo dei nuovi modelli Fiat, Alfa Romeo, Maserati, Lancia. Lo stabilimento di Grugliasco è stato chiuso e la produzione è stata trasferita a Mirafiori, un tempo la fortissima cittadella operaia di Torino. I sindacati da tempo sono in allarme. La produzione delle fabbriche italiane cala salvo poche eccezioni (come la Fiat 500 elettrica prodotta a Mirafiori e l’Alfa Romeo Tonale a Pomigliano); traballa l’occupazione tra cassa integrazione, pensionamenti ed esodi incentivati. Luca di Montezemolo, ex presidente della Fiat, non solo contesta gli annunciati piani di rilancio di Stellantis ma rincara: John Elkann ha venduto Fca ai francesi.

    L’editoria va male. Il gruppo Gedi venduto dalla famiglia De Benedetti ad Elkann perché in forte deficit non ha sanato i disavanzi e le vendite (in particolare di “Repubblica” e “La Stampa”) sono ulteriormente crollate.

    Le vendite della Ferrari, invece, vanno bene ma qui i problemi sono di carattere sportivo. Le auto del Cavallino Rampante non vincono le corse di formula 1. C’è stato un nuovo terremoto al vertice della Scuderia Ferrari. Mattia Binotto ha annunciato le sue dimissioni di Team Principal: il 31 dicembre lascerà il suo incarico.

    Elkann, presidente della Ferrari, avrà i suoi grattacapi nello scegliere il successore di Binotto. Tuttavia Elkann, presidente anche di Stellantis e della Gedi, dovrà anche riflettere su quali mosse attuare per impedire il tracollo delle fabbriche italiane di auto, delle vendite dei suoi giornali (la cessione del settimanale “L’Espresso” non ha risolto nulla) e della Juventus.

    John Elkann, assieme ai fratelli Lapo e Ginevra, deve anche fronteggiare le rivendicazioni giudiziarie della madre Margherita Agnelli. La figlia di Gianni e Marella Agnelli ha avviato delle contestazioni legali sull’eredità famigliare.

    Il nipote di Gianni Agnelli ama ricordare le scelte coraggiose del nonno e del trisavolo Giovanni per salvare il gruppo in frangenti difficili. Quando stipulò l’accordo di fusione con i francesi di Psa ricordò nell’aprile 2020: la famiglia Agnelli già in passato «ha superato guerre, rivoluzioni, crisi, pandemie».

    Gianni Agnelli teneva molto all’internazionalizzazione del gruppo ma senza dimenticare le radici italiane della Fiat. L’Avvocato disse presentando nel 1995 i nuovi modelli Bravo e Brava: «Noi fabbrichiamo automobili, le fabbrichiamo in Italia e rappresentiamo Torino». In sintesi: la globalizzazione della produzione non va realizzata penalizzando l’Italia e Torino.

       

         

Il nuovo Avanti! del Centro Internazionale di Brera

 

socialdemocrazia repubblicana

Per una terza via in Europa

 

La ripresa del nuovo Avanti!,  la guerra e la questione sociale.

 

di Stefano Carluccio

 

Stiamo verificando – noi del Centro Brera, tutt’ora editori dell’Avanti! – le opportunità per la costruzione di una casa editrice più solida che faccia tesoro dell’entusiastico volontariato riscontrato in questi primi due anni di ritorno dalle ceneri come “Araba fenice” a sostegno dei circoli e dell’azionariato popolare. Non è una cosa di breve soluzione, ma richiederà qualche mese.

    Nel merito della proposta di linea editoriale:

    La questione della guerra è il tema della terza via tra capitalismo globalista e capitalismo autoritario asiatico. È la questione della nuova socialdemocrazia in Europa.

    Intendo con nuova socialdemocrazia non solo i traguardi pratici e teorici della socialdemocrazia tedesca del dopoguerra, ma le prospettive della socialdemocrazia italiana che Saragat riprende dalla radice della Critica sociale di Turati, e soprattutto dal manifesto del PSu di Giacomo Matteotti. Li si trovano i principi ereditati della tradizione post risorgimentale che in seguito Rosselli riprende in termini più filosofici che pratici, come invece fece Matteotti. Propongo alla riflessione di considerare Matteotti al principio del pensiero socialdemocratico europeo, ben prima sia di Rosselli ( sul piano del pensiero) che della Spd sul piano della “dottrina” politica.

    Non è una considerazione da sommelier, ma lo spunto per una “seconda rivoluzione per la repubblica” di ispirazione socialista mazziniana.

    La nuova terza via socialdemocratica ha lo scopo di istituire un modello di Repubblica socialdemocratica. Uno stato socialdemocratico.

    Il suo principio è semplice e noto: gli ultimi rallentano il cammino di tutti, e chi si stacca per andare avanti da solo rompe la costituzione naturale dell’umanità, di sé stesso e del genere. La fratellanza non è un sentimento, ma una forma di intelligenza esistenziale che è all’origine del “tormento della ragione” – come equilibrio e limite rispettivo tra libertà ed eguaglianza – per dare all’ esistenza umana una forma sociale sempre nel segno di una vita nuova. Oggi questo significa avere istituzioni sociali di pari grado giuridico alle istituzioni politiche liberali (qui sta il punto della riforma istituzionale e non nel presidenzialismo) per ampliare, in piena crisi della liberaldemocrazia, la partecipazione sia diretta e sia attraverso la delega rappresentativa al bene pubblico, con una valorizzazione dello Stato nel segno dell’autogoverno accompagnato dalla cogestione economica e politica.

    Le organizzazioni dei lavoratori e datoriali, in libera dialettica tra loro, dovranno essere non solo consultate, ma godere di un vincolo di concertazione sulle scelte dell’Esecutivo e in ultima istanza, in assenza di intese, possano rivolgersi direttamente alla centralità di governo del Parlamento, salvaguardata la propria piena libertà di proposta e di iniziativa.

        

       

Riceviamo e volentieri segnaliamo

 

“Materiali di Estetica”

per Fulvio Papi

 

La rivista Materiali di Estetica dedica un numero speciale a Fulvio Papi, che alla vita della rivista ha partecipato con un importante ruolo personale.

 

Si accettano contributi riguardanti la sua figura, i suoi scritti e le sue molteplici attività nel campo filosofico e culturale. I contributi dovranno avere una lunghezza di non più di 30.000, spazi inclusi, caratteri ed essere redatti in accordo con le norme editoriali della rivista (si faccia riferimento a questo indirizzo).

    Le proposte (titolo del saggio e abstract di circa 1000/1500 battute) dovranno essere inviate all’indirizzo redazione.mde@gmail.com entro il 31 marzo 2023. Le Redazioni comunicheranno agli autori la ricezione del materiale e la coerenza o meno del contributo rispetto agli obiettivi di questa iniziativa editoriale.

    Scadenza per la consegna della versione finale: giugno 2023.

    Pubblicazione del numero: novembre 2023 (primo anniversario della scomparsa di Fulvio Papi)

La rivista Materiali di Estetica

 

P.S.: Il numero della rivista “Materiali di Estetica” attualmente in uscita – dedicato a “La Scuola di Milano alle origini della Fondazione Corrente e della Casa della Cultura” a cura di Deianira Amico e Ferruccio Capelli – è disponibile > sul sito.

 

Da sinistra: Vittorio Sereni, Antonia Pozzi, Remo Cantoni,

Alberto Mondadori, Enzo Paci, Antonio Banfi. In basso da

sinistra: Ottavia Abate, Elisa Buzzoni, Clelia Abate (1937).

       

                                  

LETTERA APERTA

 

“IO SONO ELLY”

 

Elly Schlein si è definita ambientalista, femminista e socialista nel discorso di candidatura al MONK di Roma del 4 dicembre scorso, molto bene, sono punti indispensabili per una sinistra nuova. Ma ci sono alcuni “ma”…

    Enzo Balmelli è una firma storica de L’Avvenire dei lavoratori di Zurigo, la più antica rivista del movimento operaio e socialista in lingua italiana, fondata nel 1897, un anno dopo l’Avanti!, storico quotidiano socialista, e che non ha mai interrotto le pubblicazioni, ora diretto da Andrea Ermano, socialista e filosofo, come Fulvio Papi.

    Ora, l’8 dicembre Balmelli saluta con simpatia la candidatura di Elena Schlein in una delle sue SPIGOLATURE: “

 

PARAMETRI. Come la premier che ama presentarsi con lo squillante “Io sono Giorgia”, pure Elly Schlein, aspirante alla guida del Pd, saluta con un caloroso “Io sono Elly”. E lo fa rivendicando il suo orgoglio di essere di sinistra-sinistra, senza arretrare di un passo. La qualcosa ha già mandato in fibrillazione la maggioranza che replica con un titolo da guerra fredda: “Altro che dem… tornano i comunisti”. Vabbè, è il solito, logoro ritornello per nascondere le proprie magagne. Il curriculum della candidata Elly Schlein (nata a Lugano, tripla cittadinanza italo-svizzera-americana, giovane ambientalista militante e bisessuale dichiarata) indubbiamente è lontano anni luce dai parametri della destra. E va bene così. Anche in casa tuttavia non avrà vita facile. Nella campagna congressuale già si schierano le cordate e non saranno all’insegna del “vogliamoci bene”. Nella traballante impalcatura della sinistra, la sua candidatura, piaccia o non piaccia segnerà l’inizio di una nuova storia stuzzicante per il futuro del Pd, comunque andrà a finire. Dopo il trauma elettorale, c’è molto da fare per risalire la china e ritrovare il ruolo di primo piano che spetta alla sinistra con tutti i suoi valori.

 

La sua candidatura è state resa possibile da una fase costituente, che si è aperta anche a non iscritti, anche se la Schlein, ha annunciato la sua iscrizione, anzi re-iscrizione, in quanto già iscritta al PD dalla fondazione il 14 ottobre 2007, circostanza sfuggita alla Lucia Annunziata, come anche il fatto, che come candidata del PD, è stata eletta nell’ottava legislatura del Parlamento europeo (16-10-2014 / 01-07-2019), la seconda con la soglia di accesso del 4% introdotta dall’accoppiata PD- FI, dei relatori Ceccanti e Malan (quest’ultimo passato nel frattempo a Fratelli d’Italia) con la legge 20 febbraio 2009, n. 10, con pochi mesi d’anticipo delle elezioni europee del 6 e 7 giugno 2009 le ultime prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona il 1° dicembre 2009. Una scelta espressamente motivata dall’obiettivo, messo a verbale dei lavori parlamentari che non potessero ritrovare agibilità politica le forze escluse dal Parlamento italiano con le elezioni del 2008, cioè le forze di ogni espressione di Sinistra, da LA SINISTRA ARCOBALENO (3,08%) al PARTITO SOCIALISTA (0,98%), che pure insieme avrebbero superato la soglia, come l’avrebbero superata entrambi, se in coalizione con il PD (bastava superare la soglia del 2%, ovvero essere il miglior partito sotto tale soglia) , e invece il PD scelse come unico partner L’ITALIA DEI VALORI dell’ex PM di Mani Pulite Di Pietro, il secondo dopo l’UOMO QUALUNQUE di Giannini, ma sfortunatamente non l’ultimo partito populista d’Italia.

    La soglia d’accesso nazionale introdotta con la legge n. 270 del 21 dicembre 2005 (Porcellum) poco più di quattro mesi prima delle elezioni del 9 e 10 aprile del 2006, era stata adottata in chiara violazione del Codice di Buona Condotta in Materia Elettorale del 2002, la quale prescriveva che non potessero essere introdotte modifiche, rilevanti in materia elettorale, se non almeno un anno, cioè dodici mesi, prima della data delle elezioni. Tuttavia, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, cui fecero ricorso gli avvocati (ricorsi Bozzi nn. 35953/08, 20598/08 e 20671/08), che avevano impugnato il Porcellum, dichiarato incostituzionale nel 2014, in quell’epoca era ancora ferma nel tollerare soglie d’accesso del 10% (adottate dalla Turchia per impedire la rappresentanza autonoma dei Curdi, sent. Yumak e Sadak c. Turchia [GC], n. 10226/03, § 109, CEDU 2008) (cfr. sent. del 13 marzo 2012, C.E.D.U., Seconda Sezione, Saccomanno e altri vs. Italia).

    Soltanto con le successive sentenze Ekoglasnost vs. Bulgaria, No. 30386/05, C.E.D.U. Quarta Sezione, 6 novembre 2012 e Cegolea vs. Romania, No. 25560/13, C.E.D.U. Quarta Sezione, 24 Marzo 2020 il Codice di Buon Comportamento è stato assunto come parametro per accertare le violazioni dell’art. 3 del Primo Protocollo aggiuntivo alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Ma, come si può vedere, la Corte EDU non può impedire le elezioni con norme illegittime. Il primo numero indica anche l’anno di presentazione del ricorso EKOGLASNOST nel 2005 e CEGOLEA nel 2013, quindi la decisione di accoglimento interviene 7 anni dopo la presentazione del ricorso. Le decisioni negative, come quella sul Porcellum, affidata a diversa Sezione sono di norma più rapide, nel caso di specie quattro anni, ricorsi del 2008, decisione del 2012 con motivazione sorprendente, cioè che la CEDU non riguardava i diritti politici, giurisprudenza rettificata dalla più recente sentenza Corte EDU, Gr. Ch. del 10 luglio 2020, Mugemangango vs. Belgium (ric. n. 310/15).

    Il Codice di Buona Condotta in Materia Elettorale è stato anche violato nelle elezioni del 25 settembre 2022, nelle quali Elena Ethel “Elly” SCHLEIN è stata eletta, sempre in una lista aperta del PD, alla Camera dei Deputati, dopo che era stata eletta in EMILIA ROMAGNA nel 2020 in una coalizione guidata dal PD. Infatti, con l’art. 6-bis decreto-legge 4 maggio 2022, n. 41 convertito con modificazioni dalla legge 30 giugno 2022, sono state esentate dalla raccolta firme le liste in coalizione che nelle elezioni Camera 2018 avessero raggiunto l’1%, ma non quelle autonome, che nelle stesse elezioni avessero avuto la stessa percentuale alla Camera e al Senato, come PAP. A prescindere che il decreto-legge è stato convertito con voto di fiducia in violazione dell’art. 72 c. 4 Cost. e degli artt.48 c. 2 e 51 c. 1 Cost. sul voto uguale e sul diritto di candidarsi in condizioni di eguaglianza, che sono articolazioni specifiche dell’art. 3 Cost., che è un principio supremo del nostro ordinamento costituzionale, quelli che non possono essere derogati nemmeno con norma di rango costituzionale per la sentenza costituzionale n. 1146/1988, basta guardare le date. La legge di conversione è del 30 giugno e le elezioni si sono tenute il 25 settembre sono 87 giorni, neanche 3 mesi. Tuttavia i ricorsi non sono stati accolti, con il ragionamento che non era una norma che rendeva più difficile la partecipazione alle elezioni, ma più facile per alcuni e che la tutela cautelare era stata chiesta prima dell’esclusione. Un piccolo particolare, l’esclusione definitiva la può disporre soltanto l’Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Corte di Cassazione, la sua impugnazione anche con ricorso ex art. 700 c.p.c., se non disposta inaudita altera parte, in quanti giorni può essere discussa e decisa? Manca un ricorso efficace con violazione dell’art. 13 CEDI. Il diritto di candidarsi affermato dalla sentenza della Corte Cost. con la sentenza n. 48/2021 non ha tutela senza una procedura ad hoc: la strada è quella di estendere all’esclusione dalle elezioni politiche, il ricorso urgente al TAR, in sede di giurisdizione esclusiva, quanto già previsto dal codice di procedura amministrativa ex d. lgs n.104/2010 per le elezioni europee: un ricorso già previsto dall’art. 44 c. 2 lett. d) legge n. 69/2009 di delegazione legislativa. In alternativa qualificare l’U.E.C.N., quale organo giurisdizionale, quindi che può adottare ordinanze di remissione ex art. 23 legge n. 87/1953.

    Questo excursus molto tecnico è però necessario, perché la violazione della Costituzione in materia elettorale perpetrata dai governi Berlusconi, Renzi e Gentiloni, questi ultimi due con la complicità della Presidente della Camera, Laura Boldrini creatrice del precedente di ammettere il voto di fiducia sulle leggi elettorali, è la responsabile prima della sconfitta della sinistra. Certamente non è l’unica, ma ha rivelato l’incapacità di superare antiche divisioni storiche, il settarismo e il frazionismo. Lo spostamento verso il centro del PD, non ha aperto spazi a sinistra, ma un vuoto nel quale è complessivamente precipitata, senza distinzione di origine socialista o comunista che fosse, che l’ha inghiottita nel 2008 e nel 2022, lasciandola senza rappresentanza parlamentare, a meno di associarsi in coalizione con il PD, per ottenere uno strapuntino ovvero di raccogliere come LeU nel 2018 una percentuale minore di quella di ciascuna delle liste, PSI, PSU e PCdI, alle elezioni del 1924 con la legge Acerbo e le violenze delle squadracce fasciste.

    Elly Schlein si è definita ambientalista, femminista e socialista nel discorso di candidatura al MONK di Roma del 4 dicembre scorso, molto bene, sono punti indispensabili per una sinistra nuova. È anche bene che la sua candidatura abbia fatto esplodere una corale “Bella Ciao”, la stessa canzone che accompagna la protesta/ rivolta delle giovani e dei giovani iraniani, preannuncio di una rivoluzione.

    Tuttavia, non basta, se sulla legge elettorale c’è silenzio, nemmeno rotto da una promessa di cambiamento e in generale una rottura netta con le scelte del passato e una caratterizzazione della fase costituente, nella quale non basta l’apporto dei saggi in parte non iscritti. Se, chi vuole sostenere Elly non può partecipare alle assemblee congressuali, è illusorio che partecipino in massa ai gazebo, insieme agli occasionali passanti o a truppe cammellate.

    Su questo Elly Schlein deve far sentire con urgenza la sua voce e le sue proposte, anche per vincere la delegittimazione, che è già iniziata, come pedina del finanziere Soros e della sua Fondazione Open Society.

 

Felice Besostri, Milano 13 dicembre 2022

        

      

L’Avvenire dei lavoratori – Voci su Wikipedia :

(ADL in italiano) https://it.wikipedia.org/wiki/L’Avvenire_dei_lavoratori

(ADL in inglese) https://en.wikipedia.org/wiki/L’Avvenire_dei_Lavoratori

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(Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

 

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L’Avvenire dei lavoratori

EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897

 

L’Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigra­zione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del “Centro estero socialista”. Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall’Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all’estero, L’ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mon­diale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l’Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L’ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l’integrazione dei mi­gran­ti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all’eclissi della sinistra italiana, diamo il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appar­tiene a tutti.

 

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