da Pictet WM – Previsioni macro 2023: inflazione, recessione, politica monetaria e petrolio

Buongiorno,

inviamo di seguito e in allegato il commento “Una lieve recessione e un lento calo dell’inflazione terranno in allerta le Banche Centrali” a cura di Frederik Ducrozet, Responsabile della Ricerca Macroeconomica di Pictet Wealth Management (Pictet WM) su previsioni per la crescita economica, l’inflazione, la politica monetaria e il mercato del petrolio nel 2023.

Restiamo a disposizione.

Buona giornata,

Giovanni Prati

M. +39 351 529 3362

 

Una lieve recessione e un lento calo dell’inflazione terranno in allerta le Banche Centrali

 

  • Prevediamo una lieve recessione negli Stati Uniti e in area Euro nel 2023, con una contrazione del PIL reale dello 0,2% in entrambe le aree geografiche. Il significativo inasprimento delle condizioni finanziarie unito al più grande shock inflazionistico sui redditi reali degli ultimi decenni continueranno a pesare sull’attività economica. Una nota più positiva è rappresentata dai bilanci relativamente solidi delle famiglie e delle imprese, che dovrebbero contribuire ad attutire l’impatto della recessione.
  • Negli Stati Uniti, ci aspettiamo che i consumi delle famiglie si riducano (ma non si interrompano) a causa del graduale aumento della disoccupazione nella seconda metà del prossimo anno. Nell’area Euro, il mercato del lavoro sembra resiliente e la politica fiscale dovrebbe rimanere ampiamente di sostegno, anche se lo shock energetico è troppo grande per essere completamente compensato.
  • La Cina sta affrontando il rischio a breve termine di una caotica riapertura post-covid, ma anche ostacoli strutturali alla crescita dovuti alla riduzione della leva finanziaria nel settore immobiliare e alle normative governative. Prevediamo che il PIL reale cinese crescerà del 4,5% nel 2023.
  • Il mercato del petrolio sembra destinato a rimanere sostanzialmente equilibrato nel breve termine, ma l’aumento della domanda dopo la riapertura della Cina, unito alla bassa elasticità dell’offerta, potrebbe far salire i prezzi nella seconda metà del 2023. Prevediamo che i prezzi del Brent raggiungano i 115 dollari a fine 2023.
  • Sulla scia degli Stati Uniti, riteniamo che l’inflazione abbia raggiunto il picco in area Euro. Continuiamo a prevedere una disinflazione globale nei beni di base, grazie all’allentamento dei vincoli dell’offerta e al rallentamento della domanda. Tuttavia, le pressioni sui prezzi nei settori dei servizi ad alta intensità di lavoro persisteranno probabilmente anche nel corso del prossimo anno. Prevediamo che l’inflazione headline e quella core scenderanno a circa il 3% entro la fine del 2023, sia negli Stati Uniti sia in area Euro.
  • Le Banche Centrali continueranno con i rialzi fino a quando non ci saranno prove convincenti che l’inflazione core si stia attenuando. Vediamo un tasso terminale del 5,25% sui Fed fund e del 2,50% sui depositi della BCE, con rischi di rialzo. Anche se le Banche Centrali si preparano a rallentare il ritmo dell’inasprimento, è probabile che la loro comunicazione rimanga “da falco”, con l’obiettivo di mantenere ancorate le aspettative di inflazione. Nel lungo periodo, tuttavia, le Banche Centrali potrebbero essere tentate di lasciare che l’inflazione superi il loro obiettivo del 2% (per arrivare, ad esempio, al 3%) come soluzione meno peggiore.

 

English Version

A mild recession and a sluggish decline in inflation will keep central banks on alert

  • We forecast a mild recession in the US and the euro area in 2023, with real GDP contracting by 0.2% in both places. Significant tightening of financial conditions along with the largest inflation shock to real incomes in decades will continue to take their toll on economic activity. On a more positive note, the relatively strong balance sheets of households and corporates should help cushion the recession’s impact. 
  • In the US, we expect household consumption to bend (but not break) as unemployment rises gradually in the second half of next year. In the euro area, the labour market looks resilient and fiscal policy should remain broadly supportive, but the energy shock is too large to offset completely. 
  • China is facing the short-term risk of a chaotic post-covid reopening, but also structural obstacles to growth due to housing deleveraging and government regulations. We forecast Chinese real GDP to grow by 4.5% in 2023.
  • The oil market looks set to remain broadly balanced in the short term, but rising demand post China’s reopening combined with low supply elasticity may boost prices in H2 2023. We expect Brent prices to reach USD115 at end-2023.
  • On the heels of the US, we believe that inflation has peaked in the euro area. We continue to forecast global disinflation in core goods as supply constraints ease and demand slows. However, price pressures in labour-intensive service sectors will likely persist into next year. We forecast headline and core inflation to decline to around 3% by the end of 2023, both in the US and in the euro area.
  • Central banks will ‘keep at it’ until there is convincing evidence that core inflation is easing. We see a terminal rate of 5.25% for the Fed fund rate, and 2.50% for the ECB’s deposit rate, with upside risks. Even as central banks prepare to slow the pace of tightening, their communication is likely to remain hawkish with a view to keeping inflation expectations anchored. Over the longer run, however, central banks could be tempted to allow inflation to run above their 2% target (to, say, 3%) as the least-worst solution.

 

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