Agenzia nr. 2748 – Porto di Brindisi polo energetico green. Pagliaro: “finalmente si imbocca la strada di sviluppo e riconversione che indico da sempre”

 
ANNO XIX
Numero 2748
30/11/2022
Pubblicato in Bari

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Porto di Brindisi polo energetico green. Pagliaro: “finalmente si imbocca la strada di sviluppo e riconversione che indico da sempre”

Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani

 

“Il porto di Brindisi come polo energetico green: lo sblocco della procedura d’insediamento di un impianto industriale per la realizzazione di pale eoliche in tessuto ecosostenibile è una buona notizia che va nella direzione che abbiamo indicato da sempre, primi fra tutti. L’area portuale brindisina, fortemente vocata allo sviluppo industriale con infrastrutture e connessioni ottimali, può diventare hub per l’insediamento di impianti eolici offshore e di produzione energetica da altre fonti rinnovabili. Il modello dell’impianto Renexia realizzato nel porto di Taranto, primo parco eolico marino del Mediterraneo, integrato in un’area che ospita già un vasto insediamento industriale, è la via per una vera conversione green già tracciata dalla stessa Regione Puglia nella sua proposta di gestione dello spazio marittimo che individua le aree portuali industriali di Brindisi, Bari e Manfredonia come siti ideali per l’insediamento delle centrali del vento in mare, anziché altri spazi d’acqua di particolare pregio paesaggistico e a peculiare vocazione turistica, che sono incompatibili con impianti impattanti.

Questo distinguo che invochiamo da sempre, rivendica il protagonismo dei territori nella scelta del modello di sviluppo economico da perseguire. Per Brindisi, la vocazione industriale “pulita” può rappresentare il riscatto da decenni di schiavitù del carbone, con tutte le gravi conseguenze in termini ambientali e di salute pagate dal territorio. Porte aperte, dunque, anche all’impianto per la produzione di idrogeno rinnovabile progettato tra il polo industriale e la centrale Enel di Cerano, che andrà ad alimentare le industrie e la mobilità sostenibile per dire addio ai combustibili fossili altamente inquinanti.

Quello che chiediamo – lo ribadiamo – è di governare i processi di sviluppo coerentemente con la storia e le inclinazioni di ciascun territorio, per metterne a frutto al massimo le potenzialità senza comportare inutili sacrifici ambientali e nuovi sfregi al paesaggio. C’è una mia mozione specifica in tal senso, che ho presentato il 22 giugno scorso ma non è stata ancora discussa in Consiglio regionale. Impegna la Giunta a specificare tutte le aree di particolare pregio in cui è necessario evitare la localizzazione di impianti eolici offshore che ne deturperebbero il paesaggio e ne penalizzerebbero l’economia turistica, e a compiere azione di pressing sul Governo centrale affinché nel Piano nazionale di gestione dello spazio marittimo (che dovrebbe essere presentato a Bruxelles entro fine anno) siano recepite queste indicazioni, circoscrivendo nelle aree portuali l’eventuale realizzazione di centrali del vento in mare che rischiano di compromettere aree che invece vanno preservate. Nella mozione, a titolo esemplificativo, indico alcuni specchi d’acqua da interdire agli impianti energetici offshore: quelli al largo di località come Otranto, Santa Cesarea Terme, Santa Maria di Leuca, Castro, le marine di Lecce e le Cesine in provincia di Lecce; Ostuni, Costa Merlata, Torre Canne nel brindisino; Pulsano, Castellaneta Marina, Ginosa Marina, San Pietro in Bevagna in territorio di Taranto; Monopoli, Polignano, Giovinazzo, Molfetta in provincia di Bari; Trani, Bisceglie, Margherita di Savoia nella BAT; Vieste, Mattinata, Peschici in territorio di Foggia. Meraviglie da proteggere e custodire nella loro straordinaria bellezza”.

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