DA BELZONI ALLA PADOVA MAI COSTRUITA. Sabato per gli incontri di “8×8: 8 storie per 8 secoli” dell’Ateneo patavino è la volta dell’Ottocento padovano

DA BELZONI ALLA PADOVA MAI COSTRUITA

Sabato per gli incontri di “8×8: 8 storie per 8 secoli” dell’Ateneo patavino è la volta dell’Ottocento padovano

Domani, sabato 5 novembre, la proposta di “8×8: 8 storie per 8 secoli” dell’Università di Padova si concentra sull’Ottocento a Padova. Un’offerta di incontri e visite guidate che riguarderà la figura di Giovanni Battista Belzoni, la collezione egizia del museo archeologico agli Eremitani, il contesto artistico patavino dell’Ottocento e le ipotesi urbanistiche di Jappelli che nel 1824 predispose un grandioso progetto per una nuova monumentale sede dell’Università nell’area di Prato della Valle che però rimase solo sulla carta, ma che avrebbe rivoluzionato l’assetto urbano di Padova.

All’iniziativa “8×8: 8 storie per 8 secoli”, elaborata dal Dipartimento dei Beni culturali (DBC) per gli 800 anni dell’Università degli studi di Padova, partecipano docenti, ricercatrici e i ricercatori che hanno predisposto un palinsesto di eventi multidisciplinari, fino a dicembre, che mira a illustrare le connessioni tra vita accademica e cittadina.

«Se un primo segmento di iniziative è stato riservato in marzo alla città antica e pre-universitaria, per riflettere sulle ragioni della nascita dell’istituzione nel contesto padovano, il mese di aprile è stato dedicato al Duecento, in quello di maggio si è approfondito il Trecento, in giugno siamo entrati nel Quattrocento, dei due weekend in luglio è stato protagonista lo splendido Cinquecento padovano, a settembre è stato esplorato il Seicento e il mese successivo il Settecento: ora è la volta dell’Ottocento padovano. L’obiettivo di ogni appuntamento di “8X8” è il disvelamento delle opere e dei luoghi, associabili a donne e uomini attivi nei diversi secoli di vita della struttura universitaria. Si tratta sempre di valorizzare il patrimonio culturale, tenendo conto di livelli di fruizione diversi (studenti/cittadini/turisti), reindirizzando, tra l’altro, il flusso dei visitatori verso sedi poco note o perlomeno poco visitate. Aprire questi luoghi – dice Jacopo Bonetto, Direttore del DBC – significa infatti rispondere alla vocazione inclusiva e libera dell’università, “cuore” e “anima” della città. Il programma è stato costruito dai docenti e ricercatori del dipartimento con l’impegno non solo di “aprire” alla città, ma di permettere anche alla città di entrare nelle nostre ricerche, nelle nostre attività didattiche e di divulgazione».

A partire dalle ore 10.00 di sabato 5 novembre in Sala Romanino dei Musei Civici Eremitani in Piazza Eremitani a Padova, Francesca Veronese, direttrice dei Musei Civici, terrà la conferenza dal titolo “Belzoni e la scoperta dell’Egitto. Il gigante padovano nella terra delle piramidi” alternata con letture del “Narrative” di Belzoni a cura di Abracalam. Padova ha già reso omaggio a questa straordinaria e versatile figura in occasione del bicentenario del suo ritorno in città, nel 1819, all’apice del successo dopo le scoperte fatte in Egitto nel corso dei suoi viaggi avventurosi, spesso al limite dell’impossibile. Giovanni Battista Belzoni, nato al Portello nella famiglia di un barbiere, visse la maggior parte della sua esistenza tra Europa ed Egitto, ma in quell’occasione volle donare alla sua città natale una coppia di statue raffiguranti la dea Sekhmet, provenienti da Karnak, Tebe, collocate in origine al Palazzo della Ragione e oggi nucleo fondamentale della collezione egizia al Museo Archeologico agli Eremitani. Nel “Narrative” Belzoni racconta i suoi viaggi in Egitto e Nubia, durante i quali riuscì, tra le altre cose, in due imprese memorabili: entrò per primo nel tempio di Abu Simbel, scoperto pochi anni prima da Burckardt e a Gizah scoprì l’ingresso segreto della piramide di Chefren. Sempre ai Musei Civici sarà possibile visitare, contingentati in gruppi dalle 11.45 fino alle 12.30, i materiali della collezione egizia, con particolare attenzione ai reperti belzoniani o a lui collegati, nella Collezione Egizia del Museo.

Dalle ore 15.00 in Sala Rossini dello Stabilimento Pedrocchi, via VIII febbraio 15 a Padova, sarà la volta di due conferenze: la prima dal titolo “Arte a Padova nell’Ottocento” tenuta da Giovanni Bianchi, la seconda “Il caffè Pedrocchi, Jappelli, l’università” che avrà per relatore Stefano Zaggia. Nel corso delle conferenze verrà presentato il contesto artistico patavino dell’Ottocento, con particolare attenzione riservata alla pittura, sottolineando il ruolo chiave svolto dalla città di Padova nel definire una variegata ricerca Accademica e non, vivace e originale che segna il passaggio dalla temperie neoclassica a quella romantica. Il rapporto tra l’Ateneo di Padova e il più importante architetto dell’Ottocento Veneto, Giuseppe Jappelli, fu caratterizzata da grandi aspettative a cui corrisposero, però, forti delusioni. Su commissione del vicerè Ranieri, Jappelli nel 1824 predispose un grandioso progetto per una nuova monumentale sede dell’Università presso il Prato della Valle, che rimase solo sulla carta, ma che avrebbe rivoluzionato l’assetto urbano di Padova; così più tardi l’architetto fu bocciato nel concorso per assumere l’incarico di docente. A queste delusioni si contrappone il riscatto incarnato dalla realizzazione del suo capolavoro, lo stabilimento Pedrocchi, il quale, concepito come moderna Coffee House e ambiente di socialità pubblica, diventerà ben presto il luogo centrale nella vita cittadina, di elaborazione culturale e politica, di risonanza internazionale. Nel 1842 ospitò il IV Congresso degli Scienziati Italiani. Di fatto tale presenza monumentale modificherà anche la struttura urbanistica della città.

Programma e iscrizioni su https://www.beniculturali.unipd.it/8×8/

 

doc icon Comunicato-DA-BELZONI-ALLA-PADOVA-MAI-COSTRUITA-.docx


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