ANNO XIX Numero 2339 20/10/2022 |
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Pubblicato in Bari | ||
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Fratelli d’Italia: le compensazioni enegetiche dobbiamo pretenderle per tutti gli attori che hanno a che fare con le fonti fossili |
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Il gruppo regionale di Fratelli d’Italia (capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro) in questa nota spiega perché non ha partecipato al voto sul Disegno di Legge: “Misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale in ambito energetico”
“Ha ragione l’assessore allo Sviluppo Economico, Delli Noci, la Puglia si dota di una legge regionale, forse la prima in Italia, che punta a restituire in forma di compensazioni il ‘peso’ che il nostro territorio sopporta (in termini anche ambientali) dalla presenza di impianti di energia da fonti fossili (gas naturale, carbone e petrolio). Peccato però che non sia proprio così ed è per questo che Fratelli d’Italia, pur condividendo e votando le enunciazioni di principio non ha partecipato al voto finale. Non lo ha fatto di fronte a un inspiegabile muro alzato soprattutto dal PD, ma anche da consiglieri civici, di fronte alla nostra richiesta di prevedere dettagliatamente le compensazioni nei confronti di coloro che producono energia da carbone (come la Centrale di Cerano di Brindisi) al pari dei produttori di energia da gas (TAP e SNAM, per intenderci). Un muro, poi, inspiegabile, visto che lo stesso assessore Delli Noci ha votato favorevolmente (affermando che si trattasse di un voto personale) per il nostro emendamento. Forse a qualcuno disturbava ricordare che nonostante tutte le belle parole sulla Puglia decarbonizzata, di fatto non è così? Qualcuno preferisce voltare il capo dall’altra parte e non vedere che la Centrale di Brindisi è tornata a produrre energia solo dal carbone? Fatto sta che con questa legge si è voluto aprire un tavolo di trattative con i produttori di energia dal gas e non farlo (‘tutelandoli’?) con chi lo fa con il carbone. “Quindi se e quando – perché è bene ricordare che in questo caso siamo in presenza di materia concorrente con lo Stato e il rischio di incostituzionalità è dietro l’angolo – i pugliesi avranno uno sconto in bolletta non lo avranno sull’energia elettrica prodotta da Cerano. “C’è poi un elemento politico che non può essere sottaciuto: per 17 anni i governi di centrosinistra non hanno mai avviato trattative e cercato compensazioni con coloro che sono venuti in Puglia ad aprire impianti energetici. Tant’è che non c’è nessuna traccia degli indennizzi (oltre 50 milioni di euro) previsti da TAP per i territori interessati dalla condotta che va da Melendugno a Mesagne e un nostro emendamento per inserire questa legittima pretesa nella legge è diventata mozione che impegna la Giunta a iniziare quanto meno una trattativa per un’opera che è attiva ormai da due anni. Eppure vi è una legge nazionale (la Marzano) che permette alla Regione e agli enti locali di poter ricevere delle compensazioni territoriali e ambientali. Non è mai stato fatto perché la Regione e gli enti locali contrari a quelle opere non volevano poi metterci la faccia e chiedere compensazioni? Perché i rapporti con le multinazionali sono stati più nelle aule di giustizia che in quelle istituzionali? Per cui si sono talmente deteriorati che non si è avuto il ‘coraggio’ di chiedere le compensazioni? O, forse, perché finora c’era un governo di centrosinistra con il quale non si poteva andare allo scontro? “Per tutte queste risposte non date Fratelli d’Italia ha scelto i non partecipare al voto. Domande che però meriterebbero una risposta, anche politica, e a darla non può che essere l’eterno assente dal Consiglio nelle fasi più importanti: il presidente Michele Emiliano.”
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